I lavori non sono ancora finiti: centro per i profughi in ritardo

Il Cara di via Aquila doveva essere pronto due giorni fa Bloccati i 200 posti. Il Comune: «Gli arrivi rallentano»

In via Aquila ancora non ci siamo. Il nuovo centro di accoglienza per richiedenti asilo non è pronto. Il sindaco Giuliano Pisapia e il ministro dell'Interno Angelino Alfano avevano annunciato l'apertura del Cara due giorni fa, anche se in questo intervento il Comune non ha avuto un ruolo, ma non sarà possibile inaugurarlo per almeno un altro giorno: all'interno della struttura è stato riscontrato un problema che per essere risolto necessita di un ulteriore intervento edilizio. Non si tratta di lavori impegnativi, c'è solo da rimuovere una parete secondaria, ma abbastanza per ritardare di qualche giorno l'apertura dell'edificio che diventerà operativo grazie alla collaborazione tra Croce Rossa e Prefettura. Poi saranno disponibili i 200 posti necessari per fare fronte ai nuovi arrivi.

Il ritardo non è comunque un problema grave: come ha spiegato Maurizio Gussoni, presidente del comitato regionale della Croce Rossa, la situazione non è più di emergenza come quella di qualche giorno fa. In quel momento sì che era esplosiva, tanto è vero che l'assessore regionale alla Sanità Mantovani chiamò personalmente lo stesso Gussoni, dopo un sopralluogo notturno in stazione Centrale, per chiedere l'intervento della Cri.

Adesso è tutto più tranquillo, tanto è vero che la ventilata presenza di Emergency viene accolta freddamente dal responsabile della Croce rossa italiana: «Allo stato non riteniamo sia necessaria la presenza di un secondo ambulatorio, tanto è vero che la Croce Rossa era già pronta schierarne un secondo, ma i numeri sono stati tali da far bastare quello già presente; oltrettutto la presenza di un secondo medico potrebbe complicare il lavoro dell'ambulanza fissa dedicata all'ambulatorio mobile, o il lavoro che svolgiamo con le altre strutture pubbliche come noi; non si capisce che raccordo potremmo avere con una struttura privata come quella».

Anche dal Comune confermano la relativa tranquillità della situazione, dopo che nella notte sono state ospitate nelle strutture comunali 174 persone: «Oggi è più tranquilla. Sono arrivate sei famiglie siriane, una trentina di persone, e sia la notte scorsa che due notti fa nessuno è rimasto senza un letto. Lo stesso succederà anche stasera, se non assisteremo a un flusso importante - ha detto l'assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino - Al momento ci sono circa 900 persone perché circa 400 si sono rimesse in viaggio. Questo non significa che ci sono posti liberi, ma che non siamo più di fronte a una situazione di emergenza.

Continuiamo a non avere idea dei possibili flussi in arrivo perché non esiste una rete nazionale messa in piedi dal ministro dell'Interno o dal governo. Dal 18 ottobre 2013 non ho mai ricevuto una telefonata dal ministro dell'Interno che mi informasse di persone in arrivo, se non in un caso, che peraltro si è rivelato sbagliato».

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