I milanesi «teleriscaldati» sono già 200mila

Oltre 85mila appartamenti e circa 200mila persone allacciate ai 190 km di rete del teleriscaldamento di A2A a Milano e hinterland. È la base da cui parte il piano di sviluppo della multiutility per arrivare a raddoppiare i propri numeri nei prossimi cinque anni. Nel frattempo, già nel 2011, si è evitato di immettere nell'aria 2,5 tonnellate di Pm10 e 70 mila di anidride carbonica e sono state risparmiate oltre 20mila tonnellate di petrolio.
I piani di sviluppo sono ambiziosi. A2A ha previsto di investire oltre 34 milioni di euro per lo sviluppo del teleriscaldamento nel 2013 e l'obbiettivo è quello di superare i livelli delle capitali europee.
Le reti del teleriscaldamento di A2A (che servono anche Palazzo di Giustizia e l'ospedale Macedonio Melloni) sono alimentate da fonti rinnovabili - termovalorizzatori (il Silla2) e pompe di calore (Canavese, Linate e Famagosta). Ora la rete è «spezzettata» intorno alle fonti di energia ma verrà potenziata da qui al 2017 attraverso uno sviluppo della rete, fino ad arrivare a creare tre macroaree in città: la dorsale Famagosta-Selinunte a sudovest, la Linate-Canavese a est e la Tecnocity-Sesto San Giovanni a nordest. Un piano frutto degli investimenti di A2A: oltre 27 milioni di euro nel 2012. «Milano punta sull'innovazione tecnologica come strada verso la sostenibilità ambientale e la decisione di incrementare il servizio lo dimostra - spiega l'assessore all'Ambiente del Comune di Milano Pierfrancesco Maran alla presentazione del piano di sviluppo e dei risultati 2012 del servizio -.

Grazie agli investimenti sul teleriscaldamento possiamo garantire a sempre più cittadini un sistema di riscaldamento pulito e la nostra città può ottenere risultati concreti nella lotta all'inquinamento atmosferico provocato dai vecchi impianti a gasolio e metano».
«Milano - aggiunge il direttore generale del Comune Davide Corritore - si sta già muovendo nell'ottica della città metropolitana».

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