«Caro Di Maio svegliati. Cambiate quel decreto e se Salvini non vuole torniamo a votare». Questo il messaggio che uno dei musulmani italiani più influenti e rappresentativi, Davide Piccardo, fa recapitare al «capo politico» dei grillini. Il Movimento 5 Stelle ha riscosso a lungo la simpatia di molti esponenti dell'islam italiano, per vari motivi, come la ostentata linea «anti-sionista» di dirigenti come il sottosegretario Manlio Di Stefano. Questa simpatia si è andata affievolendo dopo l'accordo con la Lega, che ha posizioni diametralmente opposte, non solo sul Medio-Oriente, ma anche sulle moschee e i centri islamici.
Il contratto di governo è stato - per molti musulmani interessati alla politica - un boccone amaro da digerire, tanto che molti hanno dato segni di insofferenza o di delusione. E ancor più indigesto, a quanto pare, è il decreto sicurezza del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Almeno lo è per Davide Piccardo, a lungo responsabile del Caim, il coordinamento dei centri islamici milanesi, e figlio di uno dei leader dell'islam politico italiano Hamza.
Piccardo junior considera il decreto addirittura «una chiavica». Al Pd rimprovera di non aver disobbedito anche alla legge anti-moschee.
Ma sui rapporti con la Lega incalza il vice premier dei 5 Stelle: «Di Maio svegliati - scrive - che pure i sindaci M5S sono molto critici, il decreto va rivisto e se Salvini minaccia la tenuta del governo bisogna essere sempre pronti a nuove elezioni perché chi in politica vive sotto ricatto ha già perso». E a un grillino che rivendica la necessità del compromesso con la Lega, fa presente: «Non ho votato movimento 5 stelle per vedere approvare misure punitive e dannose contro i più deboli».
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