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I «Pirati» nella Mameli ora vogliono arruolare un esercito di sbandati

Gli anarchici chiamano i compagni per invadere viale Suzzani La questura: «Senza denuncia della proprietà non interveniamo»

Non si ferma la polemica sull'occupazione abusiva della ex caserma dell'esercito «Goffredo Mameli» in viale Suzzani 125, storica sede del 3° Reggimento Bersaglieri invasa da qualche giorno dagli squatter dei «Pirata Riot Club». Gli anarchici ieri, con un appello pubblico postato sul loro profilo Facebook, hanno chiamato a raccolta nell'area dismessa tutti i loro «amici e compagni», quindi «curiosi, capitani e passanti».

Secondo la Digos i «Pirati» alla «Mameli» sarebbero una ventina di squatter appartenenti alla «scala più bassa dell'antagonismo», già sgomberati i primi di marzo da alcuni capannoni dismessi a Baranzate di Bollate. Il timore però resta: nei grandi spazi della caserma, infatti, potrebbero riunirsi ora decine di sbandati che altrove sono sempre respinti o sgomberati.

Dopo l'indignazione emersa sabato tra ex militari e cittadini, e dopo i primi commenti della politica, si attende ora la denuncia della proprietà per poter procedere a un eventuale sgombero degli occupanti che da alcuni giorni si sono insediati nell'area. In questura, infatti, fanno sapere che per allontanarli serve prima di tutto la denuncia della Cassa depositi e prestiti (a cui l'area è stata affidata dallo scorso dicembre come ha precisato l'esercito) e poi l'impegno, da parte della proprietà, a effettuare una serie di interventi d'urgenza non appena effettuato lo sgombero. Dopo l'allontanamento, infatti, la struttura deve essere subito «isolata» demolendo l'impianto idrico e quello elettrico in modo che non risulti più appetibile per una nuova occupazione.

Anche il vice presidente del Consiglio comunale e capogruppo di Fdi-An in Regione Riccardo De Corato, che ha preso a cuore la vicenda denunciando per primo sabato l'occupazione della storica caserma, stavolta insieme anche al capogruppo Fdi-An in Consiglio comunale Marco Osnato, ha lanciato un appello, ma di tutt'altro tenore rispetto a quello del «Pirata». De Corato E Osnato si sono rivolti alla Cassa depositi e al suo presidente, Franco Bassanini, affinché si attivi per liberare la caserma.

«L'articolo 633 del codice penale prevede la querela nei confronti degli occupanti - spiegano De Corato e Osnato -, ma si potrebbe ipotizzare anche una procedura d'ufficio per lo sgombero, visto che l'occupazione ha apportato una particolare violenza alle strutture». «Subito dopo si deve procedere alla messa in sicurezza della caserma - concludono i due esponenti di Fdi-An - per scoraggiare nuovi potenziali occupanti. Il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, il milanese Franco Bassanini, che ha certamente a cuore la sua città dove ha vissuto e operato anche a livello politico, si occupi di risolvere una vicenda che ha indignato tutti».

Amara la constatazione di Giulio Gallera (Forza Italia), sottosegretario al coordinamento di Aler a Milano. «Case popolari, palazzi privati, scuole e ora anche caserme. Milano è una città allo sbando in cui l'occupazione abusiva è ben tollerata e in cui le istituzioni preposte stanno solo a guardare. Questo è il gravissimo messaggio che sta passando».

Paolo Limonta, braccio destro di Pisapia, si rivolge invece ai bersaglieri sul suo profilo Facebbok consigliando loro di «meditare».

E ironico aggiunge: «L'area è abbandonata da tantissimi anni e la proprietà fino a un anno fa era del ministero della Difesa (accipicchia, ma con il governo Berlusconi il ministro della Difesa non era La Russa Ignazio? E cosa ha fatto per la Mameli?). Riassumendo, quindi, quelli che oggi stanno gridando allo scandalo sono gli stessi che, quando governavano, non hanno fatto assolutamente nulla».

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