I pm: a Legnano cricca delle nomine «Quello è del Pd? Ma se è bravo...»

Le intercettazioni di sindaco, vicesindaco e assessore arrestati

I pm: a Legnano cricca delle nomine «Quello è del Pd? Ma se è bravo...»

«Tua figlia si chiama Martina vero? (...) sto provvedendo alla nomina in Ala»: così il sindaco di Legnano, il leghista Gianbattista Fratus, nelle intercettazioni agli atti pagava il proprio debito elettorale all'ex avversario Luciano Guidi. Si tratta di uno degli episodi che la Procura di Busto Arsizio, formulando per lui l'accusa di corruzione elettorale, contesta al primo cittadino. Ieri sono stati arrestati oltre a Fratus, il suo assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini e il vicesindaco Maurizio Cozzi. I primi due sono ai domiciliari, il terzo in carcere. Le ipotesi a carico dei tre sono, a vario titolo, di aver pilotato le nomine di tre funzionari di Comune e municipalizzate, truccando le gare e favorendo persone gradite. Il loro sarebbe stato un «particolare attivismo clientelare a tutto campo».

Fratus avrebbe chiesto e ottenuto al ballottaggio delle scorse elezioni amministrative l'appoggio del candidato sconfitto Guidi e in cambio avrebbe nominato (nell'ottobre 2018) la figlia di lui nel cda della municipalizzata Ala, costringendo a dimettersi un'altra componente. Il dirigente di un'altra municipalizzata però esprime a un interlocutore tutte le proprie perplessità sulla ragazza: «Per me 'sta ragazzetta... Mi dice è avvocato. Sì, è avvocato dei miei co... È diventata avvocato a gennaio 2018, ha 29 anni ora, mi dica lei questa cosa capirà di azienda». La stessa Guidi è preoccupata ed esterna, scrive il gip, la «consapevolezza della sua mancanza di esperienza» per quel posto. Dice al telefono a Lazzarini: «Io non le capisco, cioè poi ho provato a leggerle ma non mi è chiara la tempistica (...), ho sempre paura di dire delle cazzate».

Ci sono poi due episodi, dei tre totali di presunte gare truccate e bandi ritoccati, in cui gli stessi candidati caldeggiati dagli indagati fanno presente di non essere qualificati o di essere incompatibili per la poltrona che viene loro proposta. In un caso il «raccomandato» rifiuta la raccomandazione e neppure si presenta alla selezione. «Ho visto il bando - spiega allarmato il commercialista che Cozzi ha scelto per l'incarico in Euro.Pa Service srl -, io non rientro, non rientro... nei requisiti». Nell'altro il prescelto per un incarico da dirigente comunale, oltre ad avere pendenze penali, avverte di avere già una carica che lo rende incompatibile. «Rischia sindaco - segnala a Fratus -, rischiate tutti». Propone: «Rinuncio al 50 per cento della retribuzione, quindi il Comune non ha nessun problema di tipo erariale». Al contrario otterrà la poltrona senza restrizioni. Per fare il dg di Amga invece Fratus propone «quello di Alessandria». Però c'è un problema: è del Pd. «È un massone, è un delinquente», aggiunge un assessore. Cozzi taglia corto: «Ma che ca... c'entra se uno è del Pd o non del Pd, se uno è capace».

Infine nei discorsi su accordi elettorali e Lega spuntano un «Georgetti» e un «Giorg»: il sottosegretario Giancarlo Giorgetti? Nell'ottobre 2018 Cozzi e Lazzarini discutono delle dimissioni di un dirigente comunale, si è creata una lacuna da comare. E la donna suggerisce: «Secondo me, bisogna risentire Georgetti (fonetico)». Sempre parlando dei possibili candidati da favorire, i due valutano di consultare «altri soggetti».

Lazzarini: «Io gli direi (a Fratus, ndr) di sentire Giorg (fonetico)». Cozzi: «Eh beh, se glielo trova veloce» (...). L: «Se non li conosce lui» (...). L.: «Figurati quanti ce ne saranno magari che li hanno lasciati a casa...».

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