Ma i ristoranti rischiano di non riaprire

Mercoledì i ristoratori consegneranno le chiavi dei loro negozi: "È sos"

Ma i ristoranti rischiano di non riaprire

Ristoratori sul piede di guerra o sul filo del lastrico. Stremati da due mesi di chiusura per l'emergenza coronavirus, la ripartenza per loro si prospetta forse ancora più complessa e faticosa, tanto che molti di loro rischiano di non riaprire mai più. Per attirare l'attenzione del governo sulla categoria hanno organizzato una manifestazione per martedì sera coordinata nelle principali città dal Movimento Imprese Ospitalità: saranno accese le vetrine e le insegne di bar e ristoranti, una riapertura simbolica. Mercoledì consegneranno le chiavi dei loro esercizi ai sindaci perchè le consegnino a loro volta al governo.

Sia ben chiaro non è protesta contro i Comuni ma «ci rivolgiamo a loro in quanto rappresentanti del territorio, abbiamo bisogno che il governo si renda conto della nostra situazione e del fatto che la riapertura, con le nuove misure per la fase 2 rischia di essere costosa e con un investimento che non verrà compensato dai guadagni, che non pensiamo potranno essere mai come prima» spiega Alfredo Zini , coordinatore del Club Imprese Storiche di Confcommercio e ristoratore.

Tra i problemi da affrontare per rispettare il distanziamento obbligatorio tra i tavoli, il dimezzamento dei coperti con conseguenti costi per lo stoccaggio di tavoli e sedie in avanzo nei magazzini oppure il ricorso ai divisori in plexiglas per ogni tavolo. Da fornire mascherine e guanti ai dipendenti e provvedere alla sanificazione del locale una o due volte al giorno. «Ho fatto due conti veloci - racconta Zini- rischio di spendere 5mila euro solo per riaprire. Come faccio a preventivare quanto guadagnerò e quanto saranno affollati i ristoranti, considerando anche la grave crisi economica che si è abbattuta su Milano e non solo?»

Tra le principali richieste al governo «per poter sopravvivere»: la l'estensione delle garanzie pubbliche al 100 per cento sui finanziamenti e affidamenti alle PMI, l'annullamento del versamento per tutte le imposte dovute per il 2020 e il

2021, la liquidazione immediata dei crediti tributari, revisione delle tariffe dei tributi locali e delle accise sul costo dell'energia e la decontribuzione del costo del lavoro per mantenere inalterata l'attuale occupazione.

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