«La vede questa giacca? E questa camicia che indosso? L'ho comprata ieri per essere qui: ho messo via i soldi per settimane per essere vestito bene a questa presentazione». Siamo al Pac di via Palestro e Sofiene Bouzayene, 30 anni, è pulito e in ordine. Ha gli occhi lucidi di chi un mestiere ce l'ha ma, dice, «sono sfortunato»: è cuoco, «sono molto esperto nel tagliare e preparare pesce crudo», racconta di aver lavorato in ristoranti importanti, «dove non mi hanno mai pagato. Ho tanti arretrati, ho fatto causa, ma i tempi sono lunghi. E sarei per strada se un'amica non mi avesse dato un alloggio quasi gratis». Sofiene viene dalla Tunisia, è in Italia da quasi dieci anni, parla benissimo la nostra lingua e oggi espone le sue foto al Pac insieme ad altri sette come lui, uomini senza casa né lavoro. «Ri_scatti. Fotografi senza fissa dimora» è una mostra curata da Chiara Oggioni Tiepolo sul riscatto sociale che parte dell'arte e dallo studio: è un bel progetto dell'Associazione Terza Settimana di Torino, da un'idea di Federica Balestrieri, con la collaborazione del Comune di Milano che ha selezionato una dozzina di senzatetto, offerto loro un corso di fotografia tenuto dall'agenzia fotografica di Stefano Guindani e da Echo Photo Agency realizzato un concorso con una borsa-lavoro come premio finale e poi una mostra con il materiale migliore, quello che ora vediamo al Pac. Le pareti bianche vibrano grazie a questi scatti: sono immagini urbane di gente apparentemente senza storia, ma con un'esistenza «così travagliata che non riesco nemmeno a riassumere», ci dice Silvia Fiore, del Centro Aiuto del Comune. Ci sono i sogni, come spiega Aldo Soligno di Echo Photo, che ha insegnato ai 13 partecipanti, metà dei quali italiani, i rudimenti del mestiere: «Abbiamo spiegato loro che non esiste la foto perfetta, li abbiamo stimolati a guardare». Ne escono scatti da pelle d'oca come quello di Sofiene, che ha ritratto un senza tetto anziano, sdraiato a terra, sotto la pubblicità di una famiglia felice, accanto a una gioielleria. «C'è tutto in quella foto: la famiglia è il mio sogno, il barbone quello che potrei diventare se non cambia nulla», dice. «Sto ancora cercando un posto dignitoso dove vivere: il fatto di esporre qui, al Pac, è una soddisfazione grande»¸ dice Massimo, 40, disoccupato. E poi c'è Dino Bertoli, il vincitore del concorso, 48 anni, ex falegname: i casi della vita ti fanno perdere tutto, ma non la capacità di guardare al mondo. Le sue foto, ricercate anche nella scelta dei soggetti, sono state premiate e ora Dino sta lavorando nell'agenzia di Stefano Guindani con una borsa lavoro pagata dal Comune. Il futuro? Chissà.
Gli scatti di Michele, portinaio disoccupato, 32 anni, di Mario, 75enne ex architetto senza casa né pensione, di Karim, marocchino ed ex cameriere e anche di chi ha frequentato il corso ma ha voluto mantenere l'anonimato e di chi il corso non l'ha terminato, perché «la strada chiama», perché ci sono mille problemi e insidie (specie l'alcol), questi scatti ci sbattono in faccia una vita parallela alla nostra. Molto più vicina di quanto immaginiamo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.