Le ali di Milano

"I sette savi" di Melotti dopo il restauro rivivono a Malpensa

Dopo quasi cinquant'anni di oblio torna a nuova vita e diventa visibile al pubblico riprendendo il viaggio dai richiami metafisici interrotto, il gruppo scultoreo realizzato dall'artista negli anni '60. In mostra dal 20 giugno al 10 novembre nello spazio della "Porta di Milano" all'aeroporto di Malpensa (Terminal 1), location d'eccezione che accoglie i viaggiatori di tutto il mondo. Il restauro finanziato da Sea-Aeroporti di Milano, è stato voluto dalla Provincia in collaborazione con il Comune

"I sette savi" di Melotti dopo il restauro rivivono a Malpensa

Dopo quasi cinquant'anni di oblio tornano a nuova vita e diventano visibili al pubblico, riprendendo il viaggio dai richiami metafisici interrotto, I sette savi di Fausto Melotti, il gruppo scultoreo realizzato dall'artista trentino (era nato a Rovereto) ma milanese nell'anima, negli anni '60. Le statue saranno esposte in occasione di una mostra curata da Angela Vettese in programma dal 20 giugno al 10 novembre nello spazio della Porta di Milano all'aeroporto di Malpensa, tra l'ingresso del terminal principale e la stazione ferroviaria che porta in città, con un allestimento particolare perché le statue "emergeranno" dal pavimento...

Una location particolare e unica, quella scelta per il ritorno del lavoro di uno degli scultori più importanti del Novecento italiano, la Porta di Milano, opera architettonica che rappresenta la "dodicesima porta" di accesso alla città, realizzata dagli architetti Pierluigi Nicolin, Sonia Calzoni - che hanno firmato anche l’allestimento della mostra -, Giuseppe Marinoni, Giuliana Di Gregorio, vincitori del concorso internazionale, promosso da Sea - Aeroporti di Milano nel giugno 2009, con un progetto selezionato tra gli oltre 90 provenienti da tutto il mondo.

La Porta di Milano è infatti un unicum nel panorama delle aerostazioni mondiali, progettato come struttura funzionale di accesso all’aeroporto e come spazio espositivo in grado di arricchire la già importante offerta culturale, ospitando iniziative d’arte con cadenza periodica: una visione di una Milano del lavoro, della finanza, della moda, dell'innovazione e soprattutto della cultura che guarda al futuro e alla modernità nel solco della sua lunga tradizione di accoglienza e operosità.

Il restauro de I sette savi, finanziato da Sea - Aeroporti di Milano, è stato voluto dalla Provincia di Milano in collaborazione con il Comune ed è costato 18 mila euro. Grazie all'attento lavoro realizzato dal restauratore Luciano Formica le sette statue, in pietra di Viggiù, sono tornate all'antico splendore dopo anni di dimenticanza in cui erano state lasciate in un deposito del liceo classico Giosué Carducci di Milano. Il gruppo scultoreo, infatti, commissionato nel 1961 dal Comune a Fausto Melotti per la cifra di 5.805.000 lire (oggi assicurato per 7 milioni di euro), era stato collocato nel giardino dell'istituto simbolo della "saggezza". Pochi anni dopo le statue furono danneggiate nel corso di una festa e vennero messe in un deposito in attesa del recupero. Esistono altre due versioni de I sette savi, quella in gesso che si trova al museo Mart di Rovereto e quella in marmo di Carrara che oggi è collocata nel giardino del Pac di Milano.

"Contribuire al recupero e alla valorizzazione di tutto ciò che riguarda la tradizione, la cultura, l'immagine di Milano è un aspetto molto importante dell’attività di Sea, che prima de I sette savi di Fausto Melotti ha sponsorizzato il restauro integrale e la masterizzazione della pellicola di Miracolo a Milano, capolavoro di Vittorio De Sica - ha detto Giuseppe Bonomi, presidente di Sea -. Gli aeroporti da semplici scali sono diventati porte sul mondo, vero e proprio biglietto da visita del territorio che servono. È a questo che abbiamo pensato quando, circa tre anni fa, abbiamo deciso di chiamare Porta di Milano l’area principale di ingresso e di uscita dall’aerostazione di Malpensa e denominata La Soglia Magica. Questo spazio è anche un palcoscenico adatto ad esposizioni di opere d’arte e di altri oggetti di valore, specialmente nell’ambito del design, della moda e della tradizione del fare, che sono uno dei tratti distintivi di Milano. Per questo motivo si è deciso di inaugurarlo con un’opera molto significativa del ‘900 milanese: I sette savi di Fausto Melotti, opera che si credeva perduta e che grazie al restauro mirabile a cura di Sea è stata restituita a Milano e al mondo perché in arte molte cose nascono per caso ma si conservano per scelta come diceva il grande pittore e letterato svizzero-inglese Johann Füssli".

"Insieme al Comune di Milano e a Sea abbiamo quindi pensato che Sette Savi potessero rappresentare i migliori ambasciatori della nostra città e del nostro territorio, della nostra cultura, per tutti coloro che arrivano a Milano attraversando una delle nuove Porte Metropolitane - ha spiegato Novo Umberto Maerna, vice presidente e assessore alla Cultura della Provincia di Milano -. Saranno simbolicamente le sentinelle di questo territorio. Salvaguardia, conservazione e valorizzazione dei beni culturali si impongono sia per ragioni culturali e morali ma anche per le implicazioni economiche e sociali che ne derivano. Il restauro e l’esposizione dei Sette Savi consentono il raggiungimento di tre obiettivi: favorire la fruizione culturale, tenere viva l’identità e la storia di una comunità, diffondere tra i giovani il piacere di accostarsi alla bellezza. Dopo l'esposizione di Malpensa si dovrà lavorare per trovare la collocazione ideale e definitiva dei Sette Savi, l'idea è quella di creare una commissione tecnico-scientifica, insieme al Comune di Milano, che possa trovare una soluzione".

Una collocazione che possa ricordare a tutti "il ruolo svolto da Milano nei secoli per l'arte e la cultura", ha aggiunto l'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno che ha aggiunto: "La storia di Milano accompagna la storia dell’arte italiana, punteggiandola con le opere che conserva e gli artisti che vi hanno lavorato: da Mantegna a Leonardo, da Bramantino a Luini, da Segantini ad Hayez, da Boccioni a Manzoni: un patrimonio di tutti i milanesi, che sarà sempre più valorizzato e condiviso soprattutto in vista di Expo 2015, quando le porte della città si spalancheranno al mondo. Per questo, terminato il periodo espositivo al Terminal 1 di Malpensa, questo gruppo scultoreo sarà comunque esposto in un luogo aperto e fruibile liberamente dal pubblico".

"La frase più famosa di Fausto Melotti, la sua dichiarazione di poetica più nota e addirittura stampata sulle magliette, recita L'arte è un viaggio. Quale migliore luogo, allora, per presentare il restauro di una sua opera importante, quale migliore momento espositivo che non un luogo di viaggio, quel porto verso destinazioni lontane che è l’aeroporto? - ha detto la curatrice della mostra Angela Vettese -.In questo senso l’operato della Sea, che ha deciso di restaurare a proprie spese I sette savi che sono rimasti per anni seppelliti al Liceo Carducci, trova un suo sorprendente compimento. Malpensa li mostrerà in un allestimento tutto nuovo, che può essere considerato un nuovo splendido spazio espositivo in Lombardia. La genesi dei Savi avvenne nel 1936 -1937, in occasione della VI Triennale di Milano del 1937: fu allora che creò per la per la Sala della Coerenza, disegnata dagli architetti B.B.P.R. (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers) il gruppo Costante Uomo: dodici sculture che scandivano ritmicamente l’ambiente. Erano gli anni in cui Carlo Belli, cugino di Fausto Melotti, aveva scritto e diffuso il suo Kn, il libretto che Vasilij Kandinskij definì “il vangelo dell’arte astratta”. Erano gli anni in cui Milano resisteva almeno nelle sue forze creative più giovani, quelle che si incontravano alla Galleria del Milione e al bar Craja, alla tendenza omologante che il fascismo avrebbe voluto per l’arte, spinta in una direzione solo figurativa e soprattutto celebrativa.

Milano seppe rispondere con la sua capacità di relazione con il mondo del Nord Europa, dall’Olanda alla Svizzera, alla Francia, portando avanti uno spirito modernista che toccò anche e soprattutto la tradizione dell’architettura".


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