Uomo dal multiforme ingegno, Salvatore Fiume. Nacque a Comiso, nella Sicilia profonda, ma elesse Milano a città dell'anima: qui espose il suo primo dipinto, creò una solida famiglia, da qui partì per girare il mondo. Una mostra a Palazzo Pirelli presenta «Le identità di Salvatore Fiume» (fino al 23 dicembre, via Filzi 22, ingresso libero): una cinquantina di opere, tra tele, ceramiche, sculture e disegni per una esposizione promossa dalla Regione Lombardia e dalla Fondazione Salvatore Fiume, curata da Elena Pontiggia e Alan Jones. Ed è giusto il plurale del titolo perché dai lavori emerge la poliedrica identità dell'artista che, prendendo in giro il mondo dell'arte, s'inventò uno pseudonimo spagnolo (Francisco Queyo) con cui firmava tele dal sapore folkloristico che andavano a ruba. La parabola di Fiume, incerta agli inizi, è poi tutta in ascesa, basti ricordare le opere realizzate per il Parlamento Europeo, per i Musei Vaticani e i lavori per La Scala. Le opere degli anni Quaranta ci riportano a un'atmosfera di «metafisica vitalità»: Fiume guarda sì alla lezione di De Chirico ma la sua gioiosità mediterranea scalda la tela, come nel ciclo delle «Città di statue» che tanto piacquero nel '49 a Alfred Barr, mitologico direttore del MoMa di New York, da essere ancora oggi nella collezione del museo. Gli anni Cinquanta sono quelli dell'amicizia con Gio Ponti, ed è una felice coincidenza che la mostra si svolga nel palazzo progettato dal noto architetto. Fu Ponti a commissionare a Fiume gli enormi dipinti per i transatlantici di cui lui curava gli interni: in mostra un bozzetto di quello che decorava il salone dell'Andrea Doria, perso nel naufragio del '56. Erano tele che raccontavano i principali monumenti italiani, una sorta di mini-giuda per i turisti in crociera eppure ci dicono molto del Fiume-pensiero: Matisse, Picasso, Raffaello, De Chirico sono riletti in modo originale.
«Papà amava condividere con noi le sue scoperte al ritorno dai viaggi: è sempre stato molto presente», spiega Laura, che insieme al fratello Luciano cura la Fondazione Salvatore Fiume. Laura e Luciano hanno donato dieci opere della loro collezione personale alla Regione Lombardia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.