Coronavirus

Imprese preda di usurai "Ma nessuna denuncia durante la pandemia"

La responsabile dell'Antimafia: "Criminali rilevano attività in crisi a costo quasi zero"

Imprese preda di usurai "Ma nessuna denuncia durante la pandemia"

Il Covid affonda le imprese e le espone al rischio criminalità. Sono già raddoppiate (dal 9 al 19%) rispetto a giugno le segnalazioni di chi ha ricevuto proposte «irrituali», aiuti economici o richieste di acquisto o cessione dell'attività a valori inferiori a quelli di mercato. Il fenomeno riguarda soprattutto ristoranti (20%) e ricettività (21%). E sono triplicati i danneggiamenti a negozi e bar. I dati (preoccupanti) emergono dal sondaggio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza su 411 imprese. Hanno risposto all'indagine in particolare le attività di ristorazione (38%), dettaglianti non alimentari (30%) e agenzie immobiliari (13%). E i risultati hanno dato spunto ieri a un dibattito sulla «criminalità ai tempi del Covid» e i pericoli per le imprese. Oltre alle richieste anomale, da giugno a novembre sono cresciuti (dal 4 al 12%) come si diceva i reati ai danni delle attività commerciali, turistiche e di servizi. In aumento anche furti ed effrazioni, nel mirino oreficerie (14%), ristorazione (11%) e negozi non alimentari (10%). Confcommercio fa presente che in questi mesi, tra restrizioni e lockdown, le imprese devono fare i conti con il calo di liquidità e dei fornitori disposti a fare credito. «L'aumento delle proposte anomale - sottolinea il vicepresidente Mario Peserico - è un campanello d'allarme da non sottovalutare. Serve che i ristori arrivino rapidamente e in modo congruo in rapporto alle perdite di fatturato».

Il procuratore e coordinatore della Direzione distrettuale antimafia (Dda) Alessandra Dolci disegna un quadro allarmante, emerge dall'attività investigativa e non dai sondaggi: parla di offerte della criminalità organizzata di rilevare esercizi commerciali «a prezzo vile, sostanzialmente a costo zero, soprattutto nel settore della ristorazione», dei «prestiti di denaro a usura ai titolari in difficoltà». Ma colpisce la totale assenza di denunce. «Nonostante la pandemia sia iniziata 8-9 mesi fa - sottolinea Dolci - non abbiamo nessuna denuncia di estorsione. Eppure ci sono titolari di esercizi commerciali che pagano il pizzo, in importi modesti, 400-500 euro, e anche a fronte della grandissima difficoltà economica, pagano». Dalle indagine dell'Antimafia emerge un altro elemento grave: i soggetti «spesso vengono segnalati ai mafiosi da operatori finanziari. Sono talvolta gli impiegati di banca a segnalare al mafioso l'imprenditore in difficoltà». Sul fronte usura, il prefetto Renato Saccone assicura che sono già sotto la lente le cessioni e i subentri di attività avvenuti dal primo marzo al 20 ottobre. «Il Comune ci ha segnalato che il flusso è abbastanza in linea con gli anni precedenti e ci aspettiamo qualcosa di più il prossimo anno, dovremo porre attenzione - riferisce -. Sulla base degli alert abbiamo 125 casi di cui entro il 31 gennaio faremo una prima analisi».

Confcommercio Lombardia registra un calo dei consumi a novembre del 17,7% rispetto al 2019, con una perdita di 1,5 miliardi. I contributi a fondo perduto stanziati da Regione con «Sì! Lombardia» sono «una misura positiva che porta ossigeno a molte imprese in pesantissima crisi. Un importante segnale, in particolare degli assessori Davide Caparini e Alessandro Mattinzoli, verso i comparti che rappresentiamo.

Ci auguriamo possa includere anche altre attività, perché la crisi in Lombardia continua a mordere».

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