Incendio al centro sociale L'accusa: «È stato doloso»

Gli occupanti del Lambretta: «Non un corto circuito, né un attacco politico». La proprietà sporge denuncia

Cristina Bassi

È giallo sull'incendio che giovedì ha praticamente distrutto il palazzo di due piani occupato dai membri del centro sociale Lambretta. «È doloso», dicono gli occupanti. Le indagini sono in corso, rispondono le forze dell'ordine.

L'edificio si trova in via Cornalia, tra la stazione Centrale e Porta Nuova. In un primo momento si è parlato di cause accidentali. Ieri il centro sociale ha messo nero su bianco i propri sospetti. Anzi, le proprie certezze. «Non è stato un incidente - ha scritto chi autogestisce il centro su Facebook - Non è stato un corto circuito. Come ogni sera, prima di lasciare lo spazio, abbiamo tolto la corrente. L'incendio è di natura dolosa: si tratta con ogni probabilità di un gesto isolato non direttamente collegato alla nostra attività politica o sociale». Insomma, sarebbe esclusa la matrice politica. I danni sono ingenti, lo stabile è inagibile e gli occupanti non potranno rientrare. «Oggi - aggiungono - si apre un percorso per riprendere uno spazio e ridare ai progetti la dignità che gli spetta». Già per questo pomeriggio alle 18 è confermato il concerto per festeggiare il secondo anno di occupazione dopo lo sgombero dello stesso gruppo di antagonisti dalle villette di piazza Ferravilla. Anche se dovrà svolgersi all'esterno, visto che gli spazi interni sono devastati dal fuoco. «Venite a vivere questo momento - è l'invito - ora ancora più carico di emozioni insieme a noi, a farci sentire la solidarietà che ci ha parecchio aiutati in queste ultime ore, ma che speriamo non si fermi qui». Lunedì partirà una raccolta fondi «per supportare le spese che dovremo affrontare in quanto moltissimo materiale è andato perso. Siamo più forti delle fiamme».

Il capo della Digos Claudio Ciccimarra è cauto: «Sono in corso indagini - spiega -, ma fino a quando non verrà accertata con una perizia la natura dell'incendio, sia essa dolosa o accidentale, non è opportuno sbilanciarsi». Quando sarà disponibile il rapporto dei vigili del fuoco e se sarà accertato il dolo, spiegano le forze dell'ordine, verranno svolte le indagini del caso. Lo zoccolo duro degli occupanti del Lambretta è composto da circa cinquanta persone, note alla polizia. Nessuno di loro viveva in modo stabile nel palazzo, che veniva utilizzato, abusivamente, come luogo di aggregazione e sede per le attività del centro sociale. Il timore delle forze dell'ordine è che ora i membri del collettivo occupino un altro spazio. L'edificio di via Cornalia 6 è di proprietà della China Investment, che intende presentare denuncia per l'incendio. Così la società potrà chiedere l'accesso agli atti dell'indagine, per capire cosa è successo. L'immobile, prima del Fondo Calatrava ormai fallito, è stato acquistato nel dicembre 2015 (era quindi già occupato). Insieme alla vicina area non edificata di via Pirelli 32. L'accordo della proprietà con il Comune prevede la costruzione in via Pirelli di un palazzo di lusso di 15 piani che si chiamerà «Giardino d'inverno». In cambio China Investment si impegna a riqualificare il palazzo di via Cornalia e poi a restituirlo a Palazzo Marino, che deciderà cosa farne.

I lavori per il nuovo stabile cominceranno tra gennaio e febbraio e dureranno circa due anni. Entro la fine della costruzione del Giardino d'inverno dovrà essere sciolto anche il nodo dell'occupazione di via Cornalia e dovrà essere ultimata la sistemazione.

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