Inchiesta su Sea, il Comune vende lo stesso

Inchiesta su Sea, il Comune vende lo stesso

C’è un’inchiesta aperta. E c’è una telefonata (tra l’amministratore delegato di F2i Vito Gamberale e il manager Mauro Maia) in cui si parla di un bando «su misura» per la vendita del 29,75% di Sea a F2i.
Roba per cui almeno un po’ di imbarazzo il sindaco Giuliano Pisapia dovrebbe provarlo. E invece lui non fa un plissé e prosegue dritto per la sua strada. Nulla turberà la cessione della seconda tranche delle quote comunali della società che gestisce gli scali lombardi. «Dobbiamo fare delle scelte - spiega il sindaco - e sicuramente un’inchiesta giudiziaria non bloccherà assolutamente nulla in questo». Del resto Pisapia, il sindaco-avvocato, ribadisce una sua convinzione granitica: «Ho sempre creduto all’autonomia tra politica e autorità giudiziaria: è uno dei principi cardine della nostra Costituzione. Rispettiamo quindi le decisioni della magistratura e, sono sicuro, che la magistratura rispetterà le decisioni della pubblica amministrazione».
Quindi lunedì la giunta voterà il bilancio 2012 e deciderà quanto (e come) mettere sul mercato della fetta restante di Sea. Senza intoppi. Per il resto il sindaco dice di essere «tranquillo». «La Guardia di finanza - precisa - è stata negli uffici del Comune e ha chiesto gli atti pubblici, come normale, per motivi di formalità procedurale. Non so nulla di più di quanto emerso sui giornali».
Intanto nell’aula del consiglio comunale scoppia la polemica. Il sindaco si presenta ma non proferisce verbo. Sollecitato dal centrodestra a chiarire la questione Sea, non reagisce. Del resto all’ordine del giorno c’è la discussione sul piano di governo del territorio e di quello bisogna parlare, senza divagazioni. Il Pdl chiede tuttavia che Pisapia si dissoci dall’operato dell’assessore al Bilancio Bruno Tabacci, regista del bando Sea. E che ne ritiri le deleghe. Il capogruppo Carlo Masseroli pretende chiarezza in quello che definisce «un percorso in cui l’opacità è la parola d’ordine» e in cui «dal punto di vista politico di cose discutibili ce ne sono un’infinità». Masseroli insiste in particolare sulla scelta del 3 maggio scorso sui dividendi Sea e chiede di visionare il documento alla base della decisione di rinunciare a incassare 30 milioni di euro. «Oppure questa decisione l’ha presa Tabacci da solo?» incalza il pidiellino che già dal 5 maggio ha chiesto l’atto attraverso l’accesso agli atti senza ottenere risposta. Pisapia, tranquillo nonostante tutta la bagarre, risponde (ma non dai microfoni dell’aula): «Il ritiro delle deleghe a Tabacci? Non mi faccio dettate la linea dal Pdl, sono cose che decido con la maggioranza».
Se il sindaco esclude che l’inchiesta della magistratura sulla vendita possa avere ricadute sulle future scelte del Comune, anche il presidente della Provincia Guido Podestà non sembra voler mettere dei paletti e pare allinearsi alla posizione del Comune.

Spiega quindi che «la volontà di scambio di azioni Sea-Serravalle (tra Comune e Provincia) non dovrebbe modificarsi. Lasciamo che la magistratura faccia il suo corso - aggiunge -. Credo che le persone siano innocenti fino a prova contraria».

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