Neve sul voto, ma anche incredibili errori della burocrazia e in alcuni casi un po' di arroganza mettono in crisi la sempre farraginosa macchina elettorale. Che rischia di incepparsi per il ricorso che certamente presenterà Luigi Pagliuca, commercialista e consigliere comunale del Pdl che è stato suo malgrado trasformato in un «candidato fantasma». Già due settimane fa un collega e presidente di seggio gli aveva comunicato che nei manifesti da appendere alle cabine il suo nome era stato storpiato in «Dagliuca». Impossibile per gli elettori trovarlo nella lista del Pdl alle regionali e quindi immediata la telefonata alla prefettura. «Mi hanno chiesto di inviare richiesta e carta d'identità - racconta lui stesso, come se non bastassero i documenti regolarmente presentati all'ufficio elettorale della Corte d'appello - e che in un giorno avrebbero fatto la correzione». E così è stato per il sito internet, dove già l'indomani «Dagliuca» era ritornato Pagliuca. Una telefonata di controllo a una settimana dal voto e l'assicurazione che è «tutto a posto». La sorpresa ieri mattina, qualche minuto dopo le otto quando arriva la telefonata di un amico elettore. «Nei manifesti non ci sei». Solo la prima di una lunga lista. Panico per uno che nella campagna elettorale ha investo soldi, tempo ed energie. «Nuova chiamata in prefettura e l'assicurazione che sarebbe stato mandato immediatamente un messaggio ai presidenti di seggio con la richiesta di fare la correzione. Alle 10 il problema rimane. La prefettura risponde che la comunicazione è appena stata mandata (sono le 10). Ma alle 12 ci sono ancora cartelloni non corretti. «Un'amica lo ha fatto presente - racconta sempre Pagliuca - e un presidente di seggio in malo modo le ha risposto che non era affar suo, che lei non era una rappresentante di lista». Ha chiamato i carabinieri per far mettere la pecetta col nome giusto. «Ma alle 17 nel seggio di via Morosini per esempio il nome è ancora sbagliato». E le segnalazioni si moltiplicano. «Certo che farò ricorso. Cosa posso fare? Io contavo di prendere almeno 5mila preferenze, quelle che probabilmente potrebbero bastare per essere eletto in Regione. Ma se non sarà così, non i resterà che andare dai giudici».
Protesta anche il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani, candidato sia al Senato che al Pirellone. Motivo del contendere, questa volta, «l'affissione di cartelli nei seggi elettorali di Lombardia che indicano di non mettere nessun nome, né altre indicazioni sulle schede elettorali». Un suggerimento che rischia di essere fuorviante per gli elettori lombardi che oltre a votare (senza preferenza) per Camera e Senato, «hanno, invece, la possibilità di apporre una preferenza sulla scheda verde». Di qui l'invito di Mantovani «alle prefetture e al ministero dell'Interno a ordinarne la rimozione o a completarne l'informazione». Polemica anche per le condizioni meteo, con Mantovani che cita Giovanni Pascoli. «Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca...». Perché «è la neve la vera protagonista. Solo un governo inconsapevole ha potuto fissare un turno elettorale così importante e delicato per il nostro futuro in pieno inverno.
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