Ineleggibilità e centri sociali: per Sala un esordio a ostacoli

Debutto in consiglio, il centrodestra parte col reclamo La maggioranza pasticcia. M5S: «Approssimazione»

Alberto Giannoni

Nel primo Consiglio comunale, il centrodestra mostra subito i muscoli e contesta l'eleggibilità del sindaco. Il debutto istituzionale di Beppe Sala viene dunque celebrato fra i «fuochi di artificio» in aula.

Fuori, contestazioni di comitati vari: disoccupati, centri sociali e movimenti per la casa. Dentro, la seduta è appena iniziata fra grandi sorrisi, strette di mano e foto. Un solo assente, l'ex assessore Franco D'Alfonso. Pd e alleati portano a Palazzo Marino 28 consiglieri, molti dei quali giovani. E la pattuglia dell'opposizione parte in quarta. E punta al bersaglio grosso, agli uffici ha presentato pochi minuti prima un reclamo di trecento pagine che contesta l'eleggibilità del primo cittadino sulla base della nota vicenda degli incarichi Expo. Primo a intervenire il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi: «Riteniamo - dichiara in aula - che vi siano le condizioni di ineleggibilità da parte di Giuseppe Sala alla carica di sindaco». «Riteniamo - spiega Comazzi - che Sala non abbia mai di fatto cessato le sue cariche di commissario unico di Expo e di amministratore della società Expo spa».

Anche il leghista Alessandro Morelli sostiene le ragioni dell'istanza, firmata da esponenti di tutto il centrodestra. E parla di «un'ombra». Il popolare Matteo Forte ricorda che il Tar a maggio ha respinto la questione (sollevata formalmente dai 5 stelle dopo un'inchiesta giornalistica) lasciando aperta la possibilità di un ricorso per le vie ordinarie dopo l'esame del Consiglio comunale. La maggioranza sembra accusare il colpo. Attimi di spapaesamento. Nessuno interviene dai banchi del Pd. I 5 Stelle rincarano, col candidato sindaco Gianluca Corrado, che parla di «ragioni sostanziali» di ineleggibilità. E avverte: «Riteniamo fondamentale chiarire questa questione giuridica». Il punto sollevato è che le dimissioni da Expo Sala le ha presentate, ma allora è mancata una presa d'atto formale. E comunque in seguito sono intervenuti atti ulteriori da parte dell'attuale sindaco.

La segreteria generale del Consiglio boccia sostanzialmente l'istanza del centrodestra, Comazzi chiede un esame più approfondito. Morelli propone una sospensiva che viene messa ai voti dal presidente d'aula pur senza interventi contrari. Nella sinistra sguardi smarriti: manca una regia. Il centrodestra parla di un pasticcio e contesta la votazione. «Cominciamo male - incalza Forte - vi confermate impreparati». Basilio Rizzo, candidato sindaco per il cartello della sinistra «anti-Pd», si alza dal posto che ha ripreso ieri, a sinistra, dopo 5 anni da presidente. E chiede: «Esiste o non esiste un atto di accettazione?». Il segretario leghista Matteo Salvini, rieletto consigliere dopo una vita passata fra i banchi di Palazzo Marino, infierisce: «Se dopo un'ora e mezza di discussione non riusciamo neanche a convalidare gli eletti e a dare a Basilio Rizzo il foglio che ha chiesto cominciamo bene». «Il primo giorno di scuola avete lasciato i libri a casa, cominciamo bene. Ne avremo molto da fare, per controllare». Altra questione viene sollevata sull'oggetto della convalida: eletti o consiglieri? Nuove schermaglie. I «grillini» non si tirano indietro: «Abbiamo avuto modo di verificare l'approssimazione con la quale la giunta Sala intende governare» dice Corrado nel video girato proprio a Palazzo. La maggioranza alla fine mette ai voti la convalida degli eletti.

Il centrodestra compatto esce dall'aula, i 5 stelle votano contro e Rizzo, che non ha ottenuto dal sindaco alcun chiarimento, non partecipa al voto.

La seduta prosegue con le surroghe e l'elezione del presidente del Consiglio, Lamberto Bertolè, Pd, che passa alla terza votazione con 30 voti, uno in più della maggioranza.

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