Dal Niguarda al San Carlo, dal San Paolo al Fatebenefratelli, gli ospedali milanesi sono tutti in allerta influenza. I letti non bastano per tutti i pazienti e si ricavano posti dove si può, anche nei reparti di ortopedia, in mezzo a gessi e stampelle. A mali estremi, estremi rimedi.
Il picco del virus è previsto per la prossima settimana e ci si sta preparando a gestire la situazione di emergenza nei pronto soccorso. Al San Carlo sono stati ricavati quattro letti in nefrologia, sei sono stati «rubati» tra quelli dedicati alla libera professione. Altri dieci posti letto sono stati presi in prestito dal reparto di riabilitazione e contemporaneamente la direzione ha deciso di sospendere i ricoveri programmati in area medica e chirurgia vascolare, rimandandoli a un periodo più tranquillo. «Non solo - spiega il direttore sanitario del San Carlo Emanuela Marinello -, al pronto soccorso abbiamo aumentato da due a tre i medici per ogni turno. Da Natale siamo in trincea, gli accessi sono aumentati ma ora siamo arrivati all'apice e stiamo cercando di gestire al meglio l'emergenza».
È allerta anche al Niguarda, dove ogni reparto è stato mobilitato per accogliere i pazienti con complicanze dovute all'influenza. «Registriamo un aumento dei ricoveri per influenza di circa il 5% - rileva Daniele Coen, responsabile del Pronto soccorso del Niguarda - ma, oltre a questo, rileviamo che sono in aumento anche i casi di polmonite: sedici solo nel corso della giornata, di cui otto ricoverati in terapia intensiva». Questo significa che si tratta di degenze lunghe, che di certo non agevolano il ricambio veloce di posti letto. In aumento anche il numero degli anziani che vengono ricoverati per complicanze dovute all'influenza.
Ad aggravare la situazione contagio di quest'anno, contribuiscono due elementi. «A Milano - spiega Enrico Bolzoni, direttore sanitario dell'Asl di Milano - c'è stato un calo delle vaccinazioni del 25% e, come si sa, la copertura del vaccino non è totale. Inoltre, nel mix di antigeni è stato probabilmente sottostimato il virus in circolazione». Rispetto allo scorso anno, precisa il direttore del dipartimento Igiene dell'Asl, Giorgio Ciconali, «abbiamo registrato 15mila vaccini in meno: un deficit consistente che quindi ha agevolato il contagio. Ci sono più persone esposte e sono tutte potenziali pazienti dei pronto soccorsi. Per di più il virus quest'anno si è manifestato in una forma più cattiva, quindi l'impatto risulta piuttosto violento». All'ospedale San Paolo, il pronto soccorso è perennemente sovraffollato e per poter tenere sotto osservazione gli anziani con scompensi post influenzali vengono utilizzati i letti dei reparti di chirurgia. Aumentati i posti «dedicati» anche nei tre reparti di medicina.
Anche se il picco della dilagazione del virus è previsto tra il 10 e il 15 febbraio, l'Asl sostiene che sia ancora utile vaccinarsi. Se non altro per rendersi immuni al colpo di coda dell'influenza alla fine di febbraio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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