Innovative, belle e scatenate Arrivano le signore del jazz

Da venerdì a domenica una serie di «live» moderni In scena anche Manera (violino) e Wagner (piano)

Luca Pavanel

Una settimana sperimentale, dal punto di vista musicale si intende. Sfogliando le programmazioni almeno da venerdì a domenica, si rintracciano tre concerti cosiddetti «moderni» degni di nota; generi, pezzi e virtuosi che, in qualche modo, testimoniano il nostro tempo anche riprendendo i classici: dal variegato mondo delle percussioni - che in questi decenni ha conquistato la scena - alle improvvisazioni radicali «made in Italy»; e ancora, per viaggiare nel futuro, il pianismo innovativo di una tastiera francese di taglio internazionale. Si dirà.

Ad aprire le «danze» il 7 e il 9, all'Auditorium Verdi a partire dalle ore 20, saranno due ospiti illustri. Ovvero il direttore d'orchestra di fama mondiale John Axelrod e il virtuoso delle percussioni Simone Rubino, impegnati, insieme all'Orchestra Sinfonica di Milano «Giuseppe Verdi», in un programma che spazia dal Romanticismo ai giorni nostri, l'«Orpheus», il quarto dei 12 poemi sinfonici composti da Franz Liszt, la suite orchestrale tratta dal «Tristano e Isotta» di Richard Wagner, e l'attuale «Eternal Rhythm», una composizione per percussionista solista e orchestra firmata da Avner Dorman, compositore israeliano classe 1975. Con questo pezzo si misura il suo dedicatario, il solista Simone Rubino, percussionista brillantemente lanciato nel concertismo globale. Poi largo alle «signore del jazz», come elemento di novità del weekend.

Sabato a partire dalle ore 17,30 per l'Atelier Musicale alla Camera del Lavoro, presso l'Auditorium Di Vittorio, ecco salire sul palco il trio Manera-Mirra-Remondini (gli ultimi due virtuosi, vibrafonista e violoncellista), per un evento dal titolo esplicativo: «Da Bach all'improvvisazione radicale». Una formazione ritmica ma «dolce», impreziosita dalla talentuosa e bella Eloisa Manera (violinista classica e jazz, ma anche compositrice), giovane musicista che nel giro di pochi anni si è fatta notare a livello nazionale, e non solo, sia dal pubblico sia dalla critica. E ancora.

Innovative, affascinanti e scatenate: di questa categoria della scena che sa di sperimentazione, fa parte anche e soprattutto la pianista francese Vanessa Wagner (al teatro Parenti, domenica alle 11). La Wagner ha studiato a lungo la musica in accademica, specializzandosi nel repertorio lisztiano e in quello francese novecentesco, per poi interessarsi ai rapporti fra strumenti acustici ed elettronica.

Lavora con una celebrità dell'elettronica come il messicano Murcof, creando show in cui la pagina scritta viene rielaborata contestualmente dall'elettronica. Collabora poi con numerose compagnie teatrali francesi, come quella di Yoann Bourgeois, creando azioni teatrali sulla musica eseguita.

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