Se non partecipi ti critico, se partecipi ti contesto. È dura la scelta per chi vuole celebrare la Liberazione ma non è di sinistra. Anche questo 74° anniversario della Liberazione, in un 25 aprile uggioso e poi piovoso, a Milano lascerà il ricordo di un'occasione persa.
La Brigata ebraica è stata contestata dai soliti antagonisti in San Babila. E un «assaggio» della contestazione si è visto in mattinata a Cinisello Balsamo, dove bersaglio dei fischi, arrivati dai centri sociali, è stato il sindaco (...) leghista Giacomo Ghilardi, che insieme all'assessore Riccardo Visentin aveva concepito una cerimonia in grado «per la prima volta» di valorizzare la partecipazione «di diverse associazioni che hanno partecipato alla Resistenza». Oltre all'Anpi, dunque, anche i Partigiani cristiani, la Federazione Italiana Volontari della Libertà e - appunto - la Brigata ebraica. L'intervento del direttore del Museo della Brigata, Davide Romano, è stato fischiato «per principio», compreso il minuto di raccoglimento. Solidarietà - di persona - è arrivata dalla rappresentante dell'Anpi, che tuttavia non ha voluto sottoscrivere formalmente una condanna unanime dell'accaduto, che oggi sarà riproposta. Stessa sorte è toccata al sindaco «colpevole» di essere leghista. «La democrazia - ha commentato Ghilardi - ha consentito a uno sparuto gruppetto dei centri sociali di fischiare e schernire chi voleva ricordare». «I loro penosi fischi non li ha sentiti nessuno». Striscioni contro la Lega a Bergamo, denunciati dal candidato sindaco del centrodestra Giacomo Stucchi, criticato dal sindaco, Giorgio Gori, per non aver sfilato. «Per qualcuno avrei dovuto andare a farmi insultare?» ha chiesto il leghista.
Nel primo pomeriggio il grande corteo di Milano. Sempre più nutrita la partecipazione dietro lo striscione della Brigata ebraica, che rievoca il contributo che alla Liberazione dette, nella primavera del '45, la formazione di 5mila volontari sionisti che combatterono in Italia inquadrati nell'esercito britannico. Dalla partenza in corso Venezia-via Boschetti la Brigata ebraica ha partecipato protetta dai City Angels. E dietro le sue insegne - insieme agli esponenti della Comunità ebraica e all'associazione milanese Pro Israele - hanno sfilato anche il segretario di «Più Europa» Benedetto Della Vedova, i Radicali, e una nutrita rappresentanza di centrodestra, con il capogruppo di Milano popolare Matteo Forte, il consigliere azzurro Pietro Tatarella, il candidato forzista Amir Atrous (giovane italiano di origini tunisine) e il deputato Andrea Orsini, storico amico della Comunità.
Prevista e organizzata la contestazione dei centri sociali e degli autonomi. Ma quest'anno l'Associazione palestinesi in Italia, pur confermando una linea totalmente ostile a Israele, ha preso le distanze in anticipo da «insulti e provocazioni» «messe in scenda al passaggio della Brigata ebraica e dei reduci dei campi di sterminio». «Fanno male alla causa palestinese» ha detto Mohammad Hannoun. Un piccolo passo ma significativo, da parte della sigla che aveva organizzato, nel dicembre 2017, il discusso sit-in di piazza Cavour. Puntuali sono arrivati gli insulti alla Brigata, dagli antagonisti, ma la condanna è stata trasversale. E «contestazioni, lievi» ha subito il giovane che ha portato in corteo una bandiera americana. Già visto, purtroppo. Triste novità la contestazione a i 5 Stelle. «A un attivista - raccontano dal Movimento - è stato inizialmente impedito di mettere lo striscione ed è stato spinto a terra.
Solo grazie all'intervento della Digos, che poi ci ha scortato per tutto il corteo, è stato possibile risolvere la questione e sfilare». I 5 Stelle hanno evidenziato «l'atteggiamento poco collaborativo di alcuni esponenti del Pd milanese che invece di esprimere solidarietà, ci hanno accusato di non essere organizzati».
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