Insulti dopo le multe: vigile arrestato

Al comando della polizia locale di zona 3, in via Ponzio, lo ammettono a denti stretti, ma tutti conoscono la travagliata storia professionale di V. B. Non fa piacere a nessuno quando un collega finisce nei guai, addirittura agli arresti domiciliari poi, fa davvero un brutto effetto e di certo altera il clima nell'ambiente di lavoro. Eppure da un pezzo i vigili che lavorano da queste parti, a Lambrate, s'aspettavano che qualcuno prendesse provvedimenti contro quel loro agente motociclista troppo spesso coinvolto in litigi e, da oltre un anno, invischiato in una brutta storia con una donna che aveva preso di mira davanti a una scuola milanese per una questione di divieti di sosta: nonostante tutto questo, infatti, l'uomo era ancora in servizio. Alla fine, però, le lunghe mani della giustizia sono arrivate sino a lui e proprio questa vicenda poco piacevole gli ha presentato il conto. Il 40enne ieri mattina era di pattuglia con un collega, quando è stato chiamato al comando di piazzale Beccaria con un pretesto e lì l'hanno «blindato» (come viene definito l'arresto in gergo, tra addetti ai lavori, ndr) con l'accusa di violenza privata, ingiuria e minacce, quindi portato successivamente in via Pietro Custodi, al Radiomobile da una squadra investigativa specializzata in interventi un po' particolari e delicati.
Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Milano viene fuori che l'agente della polizia locale V.B. è una «persona con seri problemi di relazione con le persone che a torto o a ragione gli si contrappongono». Per questo, per «difficoltà relazionali» e «scarsa propensione all'incarico assegnatogli», il vigile era già stato trasferito in passato da Agrate Brianza dove lavorava sempre come agente della polizia locale.
La donna, che ha spinto la magistratura milanese a intervenire ieri con l'arresto, aveva denunciato V. B. lo scorso settembre, ma già nel 2011 tra lei e il vigile c'erano state discussioni e liti sempre davanti alla scuola di via Emilio De Marchi, in zona Greco-Turro, dove lei andava a prendere la figlia. All'epoca la signora aveva denunciato l'agente della Locale per lesioni, ma l'inchiesta era stata poi archiviata. Il 24 settembre 2013, invece, la donna aveva parcheggiato in divieto di sosta in via Emilio De Marchi per andare a prendere la figlia a scuola e mentre tornava alla macchina ha notato che le avevano fatto ancora una volta la multa. Anche se era in borghese, la madre aveva subito riconosciuto nell'uomo vicino a un muretto che le mostrava il dito medio quel vigile che aveva un conto aperto con lei ormai da anni: era stato lui a chiamare i colleghi in servizio per farla sanzionare. Non contento, l'agente aveva iniziato a inseguire in bici la donna che si allontanava in auto con la figlia. Spaventata, si è dovuta fermare in un'autofficina insieme alla bambina, mentre il vigile le gridava «Brutta p...., brutta t....».

E ancora, prima di andarsene: «Io non ho paura di nessuno, te la farò pagare». A quel punto la donna è andata a sporgere querela alla polizia locale e, «circostanza singolare» come scrive lo stesso gip, il giorno dopo ha trovato le ruote della sua auto tagliate e il cofano rigato.

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