Cronaca locale

Investimento da 176 milioni per sorveglianza e territorio

Gallera: "Varato il pacchetto per potenziare la sanità. Assunti infermieri, assistenti sociali e domiciliari"

Investimento da 176 milioni per sorveglianza e territorio

Rinforzi per la sanità territoriale. E intanto prosegue la sorveglianza mirata dei focolai e va avanti la campagna di test sierologici di massa.
La giunta regionale ha varato ieri un provvedimento che mette a disposizione 175,8 milioni in 2 anni per varie misure: assumere 1.600 infermieri di comunità, completare il reclutamento delle Unità speciali di continuità assistenziale (le «Usca», ce ne sono 200), integrare le attività di assistenza domiciliare e di assistenza sociale. «Abbiamo aggiunto un nuovo, importante tassello - spiega l'assessore Giulio Gallera - al piano di rafforzamento della medicina del territorio nell'ottica di una completa presa in carico dei pazienti, non solo Covid, con un'attenzione particolare alla fragilità e alla cronicità. I 1.600 infermieri che andremo ad assumere - spiega - saranno a disposizione delle comunità locali da impiegare nell'ambito di progetti specifici di assistenza domiciliare e di supporto alla medicina extra ospedaliera».

Si prosegue dunque su varie direttrici: da un lato la sorveglianza e la cura sul territorio, dall'altro il potenziamento della rete ospedaliera, soprattutto nel caso in cui dovessero presentarsi nuove ondate, infine i test. «Stiamo approntando un sistema per evitare di essere sorpresi - spiega l'assessore - Da metà maggio abbiamo questo sistema di sorveglianza che segnala chi ha 37,5 di febbre. Abbiamo avuto 40mila segnalazioni. E ormai fra segnalazione, tampone e referto passano 48 ore. Abbiamo già deliberato assunzioni, vogliamo avere 1.100 persone che fanno indagini epidemiologiche. E un'altra delibera l'abbiamo adottata oggi (ieri, ndr) per gli infermieri di famiglia, le Usca e l'assistenza domiciliare. Accanto a questo portiamo avanti le campagne sierologiche. Se poi il virus torna virulento sappiamo dove andare ad aprire le terapie intensiva, con 150 posti nei 17 ospedali hub e 300 nelle Fiere di Milano e Bergamo, senza bloccare il resto dell'attività».

Per quanto riguarda il potenziamento della risposta territoriale, la risorse stanziate dalla Giunta regionale sono ripartite così: 95.914.000 euro per il 2020 e 79.892.000 per il 2021. Di queste risorse, 10.152.978 euro vanno a completare nel 2020 il reclutamento delle Usca, 2.372.801 euro a implementare gli organici degli assistenti sociali, 28.023.303 euro per l'assistenza domiciliare integrata e il resto per l'assunzione di 1600 infermieri di comunità. I fondi saranno gestiti direttamente dalle Ats e dalle Asst lombarde, che dovranno predisporre i bando per dare attuazione al piano di assunzioni. Le misure appena varate si aggiungono ai 15 milioni che la Regione Lombardia ha assegnato alle Ats e alle Asst nelle scorse settimane per assumere 892 operatori dedicati al tracciamento dei casi positivi al Covid. Nell'ambito dei fondi del decreto rilancio, 15 milioni sono stati infatti destinati all'assunzione di nuovi addetti, nuovi assistenti sanitari, assunti con l'obiettivo di avere 1.100 persone che fanno indagini epidemiologiche, per individuare i contatti diretti dei positivi e bloccare potenziali focolai.

L'emergere degli attuali «focolai», per quanto meno gravi dal punto di vista clinico, deriva proprio da questa azione di sorveglianza. Nei macelli del Mantovano e del Cremonese sono stati fatti circa 2.700 tamponi. «Si è partiti da una bambina con la febbre - spiega Gallera - si è fatto il tampone a lei, poi al papà, poi nell'azienda. Si è capito che c'entrava un salumificio, da lì si è passati a un'altra azienda, abbiamo fatto tamponi a tutti i dipendenti, poi a tutti i macelli di quell'area, abbiamo trovato un po' di positivi, tutti asintomatici, molti di etnia indiana o ghanese. Abbiamo fatto 1.200 tamponi anche ai cittadini della zona, fra Viadana e Casalmaggiore. Solo 11 sono risultati positivi, lo 0,89%».

Intanto prosegue lo screening di massa coi test sierologici nelle zone più colpite. «Accanto ai tamponi - spiega Gallera - vanno avanti i test sierologici.

Nella Val Seriana, una delle zone più martoriate, 50mila test, altrettanti nel Lodigiano e 30mila agli over 65 dei 16 Comuni più colpiti del Bresciano».

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