«Ma io provo disagio a sostenere Sala»

L'ex senatore alle primarie ha appoggiato la vicesindaco «Io candidato? Me lo hanno chiesto subito in tanti»

Da presidente della Commissione Antimafia del sindaco, ha sollevato sospetti (ben documentati) sulla gestione degli appalti Expo, in tempi non sospetti. Ossia, quando ancora Giuseppe Sala era solo commissario del 2015, ben lontano dall'idea di candidarsi, «non si può dire che fossero accuse interessate». L'ex senatore Nando Dalla Chiesa è stato tra i primi firmatari della campagna per Francesca Balzani alle primarie e non ha ancora digerito l'esito.A questo punto, sosterrò Beppe Sala? «Non ho ancora deciso, non sono invogliato e sinceramente provo un certo disagio». Per quale motivo?«Non mi è piaciuto come si è arrivati alla sua candidatura, c'è stato a mio avviso uno schieramento di giornali e centri di potere che hanno impedito di valutare a fondo alcuni aspetti, è stata una candidatura molto bloccata, sembrava che nessuno avesse voglia o potesse toccare anche problemi di regole. Aspetto di vedere se la campagna sarà sostenuta nello stesso modo o con un'aria di maggiore confronto».Il Comitato antimafia ha denunciato appalti sospetti in Expo e scarsa trasparenza da parte della società. Si aspettava più collaborazione da un futuro candidato sindaco?«Abbiamo sollevato problemi sulle regole durante tutto il tempo e senza immaginare che Sala a fine Expo sarebbe sceso in campo, eravamo incaricati dal sindaco di sorvegliare il rischio di infiltrazioni mafiose. E grazie anche alle nostre indicazioni sono state estromesse più di 75 imprese dal prefetto, non è stato un lavoro semplicissimo».Expo è stato almeno un successo di pubblico, lo riconosce?«I meriti da manager non sono le stesse condizioni che promettono una cultura istituzionale da buon sindaco, operano logiche diverse. Tanto per fare un esempio: s e diventasse sindaco dovrebbe valutare l'operato e i risultati di una società partecipata dal Comune, di cui è stato amministratore delegato, giudicherà sè stesso. Ci sono diversi casi di conflitto di interesse all'orizzonte, dalla trattativa tra Expo e Arexpo al post Expo. Secondo me sono aspetti che neanche sono stati valutati prima della candidatura, è stata un'investitura senza riflessione».E gli elettori di sinistra sono in rivolta. Molti si rifiuteranno di votare Sala? «Era comprensibile dall'inizio».Forse il Pd pensava che il centrodestra puntasse su una candidatura di bandiera, meno simile al profilo di Sala. «Ho sempre detto di fare attenzione, il centrodestra non è spappolato. Quando Forza Italia candidò Gabriele Albertini nessuno sapeva chi fosse, poi ha governato dieci anni. Parisi non è certamente un candidato minore o di facciata, la partita è ostica».É sempre convinto che la Balzani fosse la scelta migliore?«Sì, e sarebbe stato meglio proporla prima, inizialmente si parlava di primarie a fine febbraio, poi sono state anticipate al 7 e Francesca ha avuto un mese in meno per fare campagna».

A breve a sinistra spunterà un candidato anti-Sala, si è fatto anche il suo nome. Ci sta pensando?«Ammetto che la sera stessa delle primarie me lo hanno chiesto in tanti. Ma non credo davvero, per tante ragioni, alcune legate agli impegni universitari. Dovrebbe succedere un finimondo».ChiCa

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