«Io, volontario della cultura vi presento l'altro Cenacolo»

Pantaloncini corti e cappello di paglia, i turisti passano a fianco della chiesa di San Maurizio quasi per caso ma se ne innamorano subito. È in corso Magenta, poco lontana da Santa Maria delle Grazie e chi è diretto al Cenacolo si imbatte nel monastero spesso senza sapere di cosa si tratti.
«Entrate, anche qui c'è un Cenacolo. Non è quello di Leonardo, ma vale la pena dare un'occhiata». Ad accogliere gli stranieri all'ingresso è Mario Gobbi, 69 anni, (nella foto) uno dei volontari del Touring club che affiancano i custodi comunali nelle chiese e nelle gallerie d'arte per il progetto «Aperti per voi». Di lui, appassionato di arte, c'è da fidarsi e non c'è turista che esca dalla visita fuori-programma senza restare entusiasta dell'«altro Cenacolo di Milano».
Mario è «volontario dell'arte» da tre anni: prima ha lavorato una vita per una grossa casa editrice («Ero quello che in tipografia diceva “Ok, visto, alle stampe“»). Una volta andato in pensione ha fatto il nonno a tempo pieno ma ormai la sua «nipotina» è al liceo e lui, per riempire le giornate, ha scelto di fare ciò che gli piace. «Una mattina ho letto un trafiletto sul giornale in cui si diceva che il Touring stava cercando volontari». Detto fatto.
Adesso ogni giorno Mario si appende il cartellino del Touring al taschino della camicia e va al lavoro. Ora è in servizio alla chiesa di san Maurizio e per lui è diventata una specie di missione quella di far scoprire le piccole chicche di Milano ai turisti, dando ai gruppi di visitatori l'opportunità di deviare dai percorsi canonici per assaporare qualcosa di diverso. «La chiesa di San Maurizio - spiega - è segnalata su parecchie guide turistiche straniere ma ancora su poche italiane. Eppure è uno scrigno. Milano è fatta così: non è come Roma o Firenze dove trovi opere d'arte ovunque ti giri. No, A Milano le sorprese artistiche sono spesso nascoste, segrete. Ma assolutamente deliziose. Bisogna curiosare in giro per scoprirle».
San Maurizio è una di quelle sorprese. Qualche tempo fa Vittorio Sgarbi la definì «la cappella Sistina di Milano» e l'appellativo è piaciuto: non mancano infatti i turisti che vanno in cerca del monastero proprio per vedere se la definizione è calzante. «Il mese scorso - racconta Mario - sono arrivati due ragazzi di Roma e hanno chiesto di vedere la cappella Sistina milanese». Gli affreschi, che portano la firma di Bernardino Luini, non lasciano delusi. Sulla parete dell'aula dei Fedeli si trovano le rappresentazioni di Sant'Orsola e San Maurizio; sulla parete dell'Aula delle Monache si trovano immagini di Santa Caterina, di Sant'Agata, delle Nozze di Cana, della Salita al Calvario, del Cristo in Croce e del Cristo morto.
«Ai turisti - spiega ancora Mario - consiglio sempre di dare un'occhiata alla parte riservata alle monache di clausura, al coro e al bellissimo organo del 1500». Tra i visitatori c'è stato che chi ha voluto sperimentare l'acustica della chiesa. «Una turista spagnola - ricorda l'assistente del Touring - si è perfino messa a cantare e a provare qualche gorgheggio.

All'inizio siamo rimasti tutti di sasso, poi è scattato l'applauso». San Maurizio ospita anche concerti gratuiti al giovedì sera: concerti che proseguiranno fino in autunno e che rendono ancora più magico «lo scrigno milanese».

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