Gli italiani, l'afrodisiaco e le chicche

Tanti i gin «autarchici» e quelli con botaniche ardite. Poi ci sono i classici

Prima regola: bisogna scegliere. Assaggiare tutto non si può, occorre fare selezione. Tra gli italiani da provare c'è il nuovo Tom Time, con erbe dal parco di Montevecchia, nella Brianza lecchese. Da segnalare il piemontese Agricolo, il toscano e biologico Ginepraio, il Rivo del Lago di Como, GinPilz dall'Alto Adige e gli storici Roby Marton e Gin del Professore. A testimoniare come il movimento degli adepti italiani del ginepro sia tutt'altro che un fuoco di paglia e una semplice moda.

Altro capitolo sono i classici: l'Hayman's Old Tom (nel Martini resuscita i moribondi), il perfetto London Dry N°3, il Portobello Road, lo scozzese Caorunn e il 57, imbottigliato dai ragazzi del Festival a grado pieno. Sicurezze come Beefeater, Citadelle, gli aromatici Monkey 47 ed Elephant. Ma da scoprire c'è anche tutto un mondo di botaniche curiose. Il cacao nell'afrodisiaco X gin dal Belgio, le piante costiere inglesi di Fischer's, il pomodoro nero nel Black Tomato (Olanda), la yerba mate e il pomelo nel Principe de los Apostoles, tedesco con botaniche argentine. E poi il vichingo Bareksten, con erbe selvagge norvegesi, il Raw, il primo gin «gastronomico» dalla Spagna, il raffinato Znaps dalla Svezia. C'è di tutto, per ogni gusto ed esotismo: Isfjord con l'acqua glaciale della Groenlandia, il catalano Volcanic che utilizza le pietre vulcaniche. Esercizi di stile, ma dietro l'ardita idea spesso c'è davvero un quid.

Qualche altra segnalazione a volo d'angelo sugli altri «white spirits»: il mezcal è protagonista e Ilegal, Bruxo e Meteoro non deludono. Sempre di livello i rum bianchi Diplomatico (Venezuela) e Trois Rivieres (agricolo dalla Martinica), così come la cachaça Magnifica e la Ypioca. Passando alla vodka, una storia da bere è quella della Squadron 303, che ricorda i piloti polacchi che si unirono alla RAF durante la II guerra mondiale. Grande attenzione per Belvedere Smogóry Forest e Lake Bartezek, due edizioni «single estate» prodotte da segale. Menzione per il Catskill bianco, whiskey di cereali, la grappa Domenis 1898 che difende l'orgoglio del distillato patriottico per antonomasia e il pisco cileno Capel.

Per i più coraggiosi:

il poitin irlandese Mad March, l'assenzio Versinthe e soprattutto il moutai Kweichow, ovvero il distillato più bevuto in Cina, prodotto da sorgo e con un procedimento che contempla una lunga maturazione in vasche di terra.

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