Cronaca locale

L’addio di politici e istituzioni «Un comandante riformista»

Daniela Uva

«Un grande sindaco di Milano». Gabriele Albertini, attuale primo cittadino, ricorda così Aldo Aniasi. «Il comandante Iso ha svolto la sua opera in anni difficili e impegnativi - dice -. Eppure, secondo la migliore tradizione socialista e democratica milanese, ha saputo imprimere alla vita politica della città l’impulso riformista che i tempi sembravano richiedere». Emozione e cordoglio anche da parte del presidente della Regione Roberto Formigoni. «Con la sua scomparsa i milanesi perdono grande una figura, un uomo che ha svolto un lavoro importante in un periodo molto tormentato della storia della città e del Paese».
«Ho avuto modo di conoscerlo tre anni fa, in occasione della festa provinciale dell’Unità - racconta il vice sindaco Riccardo De Corato -. Avevo apprezzato la sua tempra di uomo politico e la sua forte personalità». Profondamente commosso anche il prefetto Bruno Ferrante. «Di Aniasi ricordo il tratto cortese e discreto - dice -, ma anche il carattere fermo e deciso nella difesa dei valori in cui credeva. Lui ha fornito uno straordinario contributo alla costruzione di un’Italia libera e democratica, servendo con rigore e generosità gli interessi della collettività».
Dell’ex sindaco socialista (dal 1967 al 1976) vengono ricordati soprattutto gli anni della Resistenza e quelli vissuti a Palazzo Marino. Anni difficili e tormentati, come sottolinea Paolo Pillitteri, ex primo cittadino. «Aniasi è stato sindaco in un periodo di forte instabilità, di violenza, di terrorismo. L’ho conosciuto bene, perché nella sua amministrazione ho ricoperto la carica di assessore alla Cultura. Di lui ho sempre apprezzato le doti politico-amministrative e la capacità di interlocuzione e comprensione». Qualità - insieme con quella di «uomo fedele alle istituzioni», come ribadisce Andrea Fanzago, capogruppo della Margherita in consiglio comunale - che gli hanno permesso di governare in un periodo molto difficile. «Aniasi è stata una figura prestigiosa del riformismo cittadino - commenta Nando Dalla Chiesa, presidente milanese della Margherita -. Lo ricordo con la stima e l’ammirazione che si devono a chi, fino agli ultimi giorni della propria vita, si è impegnato nella difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione». «Aldo non è stato solo una figura chiave di quel periodo storico - aggiunge Luciano Pizzetti, segretario regionale dei Ds -. È stato un politico di primo piano». Uomo che ha saputo dare grande impulso al riformismo italiano. «Con Carlo Tognoli - conferma Piero Borghini, assessore regionale alle Opere pubbliche - rappresenta la storia dell’anima socialista di Milano».
La scomparsa di Aniasi lascia un grande vuoto in tutto il centrosinistra. «È stato espressione di quella cultura politica socialista riformista in grado di costruire un modello di governo per Milano e per tutto il Paese», dice il presidente della Provincia Filippo Penati. «La sua improvvisa scomparsa - aggiunge il senatore dello Sdi, Roberto Biscardini - interrompe alcuni progetti che stavamo perfezionando. Volevamo fare del circolo De Amicis la sede politica e culturale della riunificazione dei socialisti». Parole commosse anche da parte di Maria Pellegatta, segretaria regionale dei Comunisti italiani: «È stato un uomo di grande valore, fulgido esempio di antifascismo autentico».

«Un grande socialista e un vero sindaco», conclude Roberto Caputo, consigliere provinciale della Margherita.

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