(...), dalla nostra killer. Nel monolocale dove viveva l'uomo, i militari dell'Arma hanno ritrovato subito un bossolo ma non l'arma. Un fattore che aveva escluso quasi subito l'ipotesi del suicidio, circolata nelle primissime ore. Le porte della piccola abitazione, che fungeva anche da ufficio, tra l'altro, non erano state forzate: per cui gli investigatori, fin da subito, avevano concentrato le indagini sulle conoscenze della vittima, colpita a bruciapelo.
La donna, però, quella mattina del 30 novembre scorso, si è presentata in via Paolo Sarpi 25, dove la vittima si era trasferita da ottobre, intorno alle 8.37, con circa un'ora di anticipo rispetto agli accordi presi con lui in precedenza. Aveva portato con se un cambio d'abito e la sua pistola calibro 7.65. Il colloquio con Xue Chengxiang, da quanto hanno ricostruito i carabinieri, è durato circa tre ore e non è possibile nemmeno intuirne il contenuto: la femmina killer ha puntualmente cancellato ogni messaggio scambiato con il piccolo truffatore fino da allora. Avrebbe ucciso la vittima con un colpo di pistola in pieno petto, tra le 11.37, quando l'uomo ha scritto l'ultimo sms alla moglie e le 11.50.
Alle 11.53, infatti, le telecamere del palazzo di fronte immortalano la donna mentre dal palazzo dove lavora la sua vittima. È vestita in modo diverso rispetto a quando è entrata. Nella borsa e in un sacchetto ha messo i 448mila euro in contanti appena rubati al suo creditore. Poco dopo le celle telefoniche registrano la sua presenza in zona Maciachini e alle 12.48 chiama un taxi e si fa accompagnare a casa, in via Iacopino da Tradate, in zona Certosa. Lungo il tragitto si sbarazza anche degli abiti usati durante l'omicidio, che getta in un cassonetto per vestiti usati.
Da lì riparte poco dopo, insieme a un tassista cinese abusivo. Alle 16.40 il suo telefonino intercetta le celle telefoniche di Padova e poco dopo quelle di Venezia e di Trieste. La meta è la Slovenia, dove la donna arriva già in serata e resta fino al 20 dicembre.
Un lungo soggiorno che ha passato, secondo i carabinieri del nucleo investigativo, giocando in diversi casinò. Forse sperperando tutto il denaro al gioco o riservandone una parte per coprire altre spese. O chissà cos'altro avrebbe potuto fare la Nikita dagli occhi a mandorla.Paola Fucilieri
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