Cronaca locale

LaFil, l'orchestra del (futuro) Lirico

Esordirà a Palazzo Scintille il 31. Vicini al pubblico con le tecnologie

Stavolta è arrivata prima l'orchestra della sede: un sentito evviva per qualcosa che sboccia in un'epoca in cui le compagini a volte chiudono. Va bene così, se la nascita in questione trascina pure il suo (forse) futuro teatro, almeno per ora nella narrazione. Si parla del Lirico - una storia di incertezze che dura da troppo tempo - en attendant Godot. A proposito del tema così l'assessore della Cultura Filippo Del Corno, «in attesa che il Lirico concluda la sua fase complessa, noi abbiamo già avviato un primo dialogo che si sostanzierà in un accordo convenzionale con LaFil».

E ieri a Palazzo Marino, in una gremita conferenza, gli annunci per la neonata Filarmonica di Milano; debutto previsto il 31 maggio al Palazzo delle Scintille zona CityLife, direttore Daniele Gatti, repertorio schumanniano (nel 2019 integrali sinfoniche dello stesso e di Brahms, con diversi recital). Schierati il presidente de LaFil Luca Formenton, il coordinatore delle attività Roberto Tarenzi e il direttore d'orchestra Marco Seco, insieme a spiegare l'operazione. A partire dalla composizione dell'orchestra stessa.

Detto in soldi, una concezione nuova di formazione sinfonica, che unisce giovani promesse e musicisti affermati delle principali orchestre italiane e internazionali. Si parla di realtà come l'Accademia nazionale di Santa Cecilia, quella della Scala, Wiener Philharmoniker. Tra i solisti top il violinista Frank Peter Zimmermann e il violoncellista Jan Vogler. La genesi di tutto l'ha spiegata il presidente che ha sottolineato come LaFil cercherà di avvicinarsi il più possibile al pubblico, pure con le tecnologie; a questo proposito allo studio, con il Politecnico di Milano, l'utilizzo di mezzi che permettano di consultare i programmi di sala sul cellulare. E ancora, la valenza formativa. Come ha illustrato Tarenzi le prime parti di orchestre prestigiose si sono rese disponibili a suonare con i giovani, che così hanno l'opportunità unica per imparare meglio sul campo. Attenzione, però.

Qualcuno dirà che questo nuovo «soggetto sinfonico» farà venire qualche mal di testa ai colleghi sul mercato, perché la piazza è già piena. Dagli scranni si sono affrettati a rassicurare in maniera spontanea: quelle della Filarmonica di Milano non saranno stagioni ma «moduli», full immersion su autori, pochi concentrati giorni di musica. Ci metterà i soldi una Fondazione costituita appositamente, altri mezzi forse arriveranno. Il Comune è in campo. E tra le presenze amichevoli nella sala ambrosiana, spunta anche quella di Francesco Micheli.

LuPav

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