Cronaca locale

Il «laghee» che sfiderà la Manica a nuoto

Il campione lecchese Andrea Oriana a Dover per la traversata: «Batterò il record»

Lorenzo Pardini

Trentaquattro chilometri in mare aperto, con vento costante e le forti correnti dell'Oceano Atlantico, oltre la temperatura dell'acqua che sarà sui sedici gradi. La sfida che attende Andrea Oriana è di quelle che cambiano la vita, che ti segnano per sempre. Da domenica 18, a domenica 25 agosto, il campione lecchese proverà la traversata della Manica. Il 45enne, ex agonista (specializzato nei 200 metri delfino) finalista europeo e anche olimpico ad Atlanta '96, partirà dall'inglesissima scogliera di Dover in direzione della spiaggia francese di Calais con un doppio obiettivo: terminare la gara ma anche battere il primato italiano. In 150 anni di storia ci sono riusciti solo otto italiani, il migliore è stato sulle 11 ore: «Io spero di riuscire in meno di 10 ore - carica il fuoriclasse lariano -. Dal 18 al 25 agosto sarò a Dover: in questa settimana avrò la possibilità di partire quando il responsabile della barca ufficiale della Channel Swimming & Piloting Federation lo riterrà per le buone condizioni meteo. Mi avviserà il giorno prima, a quel punto potrò avviarmi, senza muta, solo un costume e un leggero strato di grasso di balena che dovrebbe isolarmi un po' dal freddo». In mare Andrea sarà da solo e dovrà fare affidamento solo su se stesso: «In acqua sì. Mi seguirà, però, una barca ufficiale dell'organizzazione dove a bordo ci sarà il mio staff che da mesi sta condividendo con me questa follia». Imprese di questo livello si preparano a livello fisico, ma anche mentale: «L'ho sempre avuta in testa commenta l'allenatore di nuoto e meantal coach lecchese -, ora è venuto il momento giusto per portarla a termine. Anche come mental coach, presto aprirò una scuola tutta mia e questo serve anche per dimostrare come la mente può far fare grandi cose. Negli anni '70 ci riuscì un certo Leo Callone, da 20 anni siamo amici ed è stato un pioniere di queste sfide: io ci sto lavorando da gennaio e la difficoltà maggiore è resistere al freddo, non tanto la distanza». Per Andrea la traversata sarà un punto di partenza: «È un mondo nuovo per me, è stupendo nuotare in acque libere e la Manica è considerata dai nuotatori come l'Everest per gli alpinisti. Ma se ormai sulle montagne c'è il problema dell'affollamento turistico, mentre in mare...

».

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