Cronaca locale

Lancio di sassi contro la metro Presi 13enni:"Era un gioco"

Lancio di sassi contro la metro Presi 13enni:"Era un gioco"

Una sassaiola che solo per un caso fortuito non ha creato feriti o peggio. «Un gioco, per passare il tempo», «Uno scherzo» hanno spiegato a turno i responsabili, due 13enni italiani, una volta identificati dalla squadra investigativa della Polmetro dopo che, nei giorni scorsi, avevano danneggiato cinque treni in corsa tra le stazioni della metro di Crescenzago e Cimiano (linea 2, la verde) lanciando piccole pietre. Alcuni testimoni hanno descritto agli agenti i due ragazzini e, anche grazie alle immagini delle telecamere, si è riusciti a risalire all'identità di uno dei due fermato proprio in metropolitana a Crescenzago dove il ragazzo passa ogni giorno per recarsi a scuola. Una volta messo sotto torchio dalla polizia, ha confessato tutto e rivelato il nome del suo coetaneo, un compagno di classe. Anche lui quindi ha parlato di «un passatempo». Che adesso però costerà caro a loro e anche alle loro famiglie, persone normalissime, attonite e amareggiate davanti all'evidenza di quanto combinato dai figli. Trattandosi di minori non imputabili, infatti, toccherà proprio a questi ignari genitori risarcire i danni ad Atm. Durante la sassaiola, nel punto in cui la metropolitana verde viaggia in superficie, conducenti e passeggeri si sono spaventati moltissimo. In due casi, i vetri colpiti sono andati in frantumi, mentre in un episodio è stato centrato il parabrezza della cabina del macchinista. Nonostante l'immediato intervento degli agenti delle Volanti e degli addetti della security Atm, gli autori del raid erano riusciti a scappare. Solo per pochi giorni però.

«Per vincere la noia» era il mantra anche di un vero e proprio branco di 39 giovanissimi distruttori di mezzi pubblici - tutti minori, tutti incensurati - identificati e denunciati circa un anno fa, a gennaio, sempre dalla Polmetro dopo che, partendo dalla stazione del metrò di Porta Genova e sempre lungo la linea verde, vennero «immortalati» dalle telecamere mentre prendevano a calci e pugni gli arredi, prima sulla banchina e poi sui convogli, provocando danni da decine di migliaia di euro per Atm che si ritrovò con 2 treni distrutti e fuori uso. «Li unisce e li anima una sorta di malanimo, di rancore» spiegò allora la polizia.

Ma cosa spinga veramente ragazzi e ragazze tanto giovani a scagliarsi all'improvviso e con una violenza inaudita, contro cose e oggetti di pubblica utilità, rischiando di ferire le persone, nessuno riesce ancora a spiegarcelo.

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