L'assessore del Pd sfiducia il ministro: «Non sa di che parla»

Alta tensione sull'idea del Comune di far ospitare i rifugiati in famiglia Majorino: «Sono allibito da Alfano»

Alberto GiannoniContinuano le «scintille» fra Comune e ministero sul bando per l'accoglienza dei rifugiati nelle case milanesi. L'iniziativa di Palazzo Marino ha suscitato reazioni forti e negative, soprattutto sul fronte del centrodestra. Ma anche il ministro degli Interni Angelino Alfano ha dato l'impressione di voler scaricare Milano, prendendo le distanze dal bando (che prevede un contributo economico per le famiglie). «La soluzione per cui il Viminale sta lavorando - ha detto mercoledì il ministro - è quella del sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati attraverso organizzazioni di volontariato, onlus e soggetti non familiari ma associativi. Poi ciascun Comune è libero di organizzarsi come ritiene e di assumersene la responsabilità politica». «Milano sta comunque svolgendo un tentativo di organizzazione» ha concluso, a mo' di contentino, ma è parso chiaro a tutti il tentativo di lasciare sola la giunta di Palazzo Marino sul fronte anche mediatico di una scelta che molti contestano.Una posizione «pilatesca», quella di Alfano, che non è piaciuta affatto all'assessore al Sociale Pierfrancesco Majorino che, complice anche la candidatura alle primarie del Pd di Milano (dove ambisce a fare il sindaco) non molla la presa e a sua volta attacca - non è la prima volta - lo stesso Alfano, gioà in rotta di collisione con Palazzo Marino sul tema delle trascrizioni in Italia delle nozze fra persone dello stesso sesso. «Sono rimasto allibito dalle parole del ministro dell'Interno - ha detto Majorino - perché non conosce neanche il merito delle cose di cui si occupa. Deve mettersi d'accordo con se stesso. Noi applichiamo una scelta, realizziamo un'opportunità messa a disposizione del ministero dell'Interno, che fra l'altro finanzia questo tipo di intervento. È un problema di Alfano, non mio». Rispondendo ai dubbi espressi dal ministero dell'Interno a proposito dei 400 euro di rimborso a chi accoglie un rifugiato in casa, Majorino ha spiegato che «si tratta di rifugiati, non di profughi. Si tratta di persone - ha aggiunto - che hanno praticamente compiuto il loro percorso di protezione umanitaria. È un'occasione che credo poi vada vissuta come un'opportunità da valutare concretamente per i suoi esiti e rispetto alla quale abbassare il clima polemico e lo scontro fra destra e sinistra».

E ai partiti, come la Lega, che hanno contestato il bando con l'argomento che gli italiani (pensionati, disabili e poveri) vengono prima degli stranieri, l'assessore ha risposto così: «Mi piacerebbe che si seguisse con altrettanta attenzione tutto quello che facciamo noi sul piano delle misure a sostegno dei milanesi in difficoltà, perché ci sono parti politiche, la Lega in particolare, che si accorgono dei poveri solo quando c'è da parlar male degli interventi per gli immigrati. Poi però non le vedi mai completamente in campo per fare proposte per affrontare il gigantesco problema della povertà che vede Milano in testa ai Comuni d'Italia come risorse messe in campo».

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