Lega e Fi alleate per una Lombardia a statuto speciale

Un referendum perché anche la Lombardia diventi una Regione a statuto speciale con gli stessi privilegi ottenuti dalla Sicilia già nel 1946 e la possibilità di trattenere tutte le tasse versate. Lo chiede il governatore Roberto Maroni che vuol portare in consiglio regionale già entro metà aprile una richiesta di referendum, ma a starci sono anche Forza Italia, Fratelli d'Italia e ovviamente il capogruppo della Lista Maroni, il professor Stefano Bruno Galli che ha lavorato al progetto di referendum istituzionale consultivo. «Per fare della Lombardia la sesta regione a statuto speciale: qualcosa di non molto diverso dal ventinovesimo Stato d'Europa» ha detto Maroni in un'intervista a Panorama. Un proposta tutt'altro che campata per aria ora che in aula potrà contare su almeno cinquanta di voti che le garantiscono l'approvazione.
«Il disegno di legge di modifica costituzionale del governo Renzi - spiega il presidente dei consiglieri di Fi Claudio Pedrazzini - punta a una ripresa del centralismo statale». Se approvato «le Regioni a statuto ordinario vedranno ridotte le loro competenze e saranno “sbrindellate”, mentre quelle a statuto speciale verranno salvaguardate, mantenendo intatta la loro autonomia». Con la conseguenza, sottolinea, che «la Lombardia delle eccellenze, vero traino del Paese, rischia di essere notevolmente ridimensionata». Per il capogruppo Fdi Riccardo De Corato, questo referendum «è la prosecuzione di un percorso che An iniziò molti anni fa: nella Conferenza programmatica a Verona del 1998 approvammo il progetto di Regioni a statuto speciale per quelle che avevano capacità finanziaria organizzativa».
Soddisfatto Maroni che dice di voler votare entro l'anno. «Magari abbinandolo a quelli di Catalogna e Scozia, perché non capisco per quale motivo la Sicilia abbia uno statuto per cui il 100 per cento delle tasse dei siciliani resta in Sicilia, mentre in Lombardia ne resta poco più del 60». E le aziende con stabilimenti qui «devono pagare le tasse delle unità produttive locali non a Roma, ma in Lombardia». Secondo i suoi calcoli, si potrebbe «in teoria» votare già il 25 maggio con le europee e le amministrative, oppure «il 9 novembre o il 18 settembre». Le due date dei referendum indipendentisti di Catalogna e Scozia. «Vedremo se le opposizioni avranno il coraggio d'impedire un referendum previsto dalle nostre stesse regole». Ma è duro il giudizio del centrosinistra che con Roberto Bruni (Lista Ambrosoli) dice che «dopo aver cavalcato per le elezioni regionali il tema del 75% delle tasse da trattenere in Lombardia che è chiaramente rimasto uno slogan, Maroni con il riavvicinarsi delle urne alza l'asticella addirittura al 100%. Ben sapendo che non c'è storia».
E Maroni attacca il governo dopo l'incontro a Mantova con il presidente della Provincia e i sindaci dei Comuni colpiti dal terremoto.

«È inaccettabile che dei 74 milioni promessi per la ricostruzione, ne siano arrivati solo 19: il territorio deve mobilitarsi e la Regione sarà dalla sua parte». Già pronte due ordinanze: 15 milioni di euro per i municipi e 6,9 per le scuole.

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