Alberto Giannoni
Per il sindaco resta «una buona idea» ma i residenti scesi in piazza ieri non ne vogliono sapere. E sognano una nuova Goro, la cittadina del Ferrarese che ha fatto letteralmente «le barricate» contro l'arrivo di una manciata di migranti. Fra pochi giorni (si dice il 1° novembre) 300 migranti saranno accolti nella caserma Montello. E la soluzione caldeggiata dal Comune continua a suscitare proteste. La petizione dei contrari, secondo i promotori, ha superato le 6mile firme e al presidio di via Caracciolo, ieri, hanno partecipato circa 200 persone. L'iniziativa l'ha presa la Lega Nord, e il segretario federale Matteo Salvini ha voluto esserci in prima persona alla manifestazione davanti alla caserma in cui 20 anni fa ha fatto il servizio militare. Salvini ha invitato il quartiere a farsi sentire. Ha invocato una reazione: «Le battaglie si vincono» ha detto evocando «l'esempio dei cittadini di Goro». E si è detto pronto a partecipare a quella che ha già chiamato «la battaglia della Montello». «A mani nude» ha sottolineato, promettendo ai residenti che, se lo vorranno, si piazzerà davanti al portone della caserma per protesta. Non c'è stato il temuto confronto con i centri sociali. Sono comparsi una trentina di militanti di Casa Pound con cori e bandiere. A sostenere la protesta di cittadini e comitati c'era anche Fratelli d'Italia, con l'assessore regionale Viviana Beccalossi, neo responsabile milanese del movimento, e Riccardo De Corato, capogruppo in Regione. «Resto stupita - ha detto ieri Beccalossi - da come persone di buon senso come il sindaco e il prefetto non colgano le immense criticità che comporta la trasformazione della caserma Montello in campo profughi. Non è accettabile che il quieto vivere e la sicurezza dei cittadini siano messi a rischio dalla presenza di persone che nella migliore delle ipotesi sono clandestini e nella peggiore potenziali delinquenti». In piazza, Beccalossi ha parlato di prefetture ridotte dal governo ad «affittacamere». De Corato ha indicato proprio nella prefettura l'interlocutore della protesta. Ma prima del presidio è tornato anche a incalzare il sindaco: «Vada prima del 1° novembre in Consiglio di Zona - ha detto - ai residenti Sala aveva promesso un incontro chiarificatore, ma si è ben guardato dall'organizzarlo». Poi in piazza ha tuonato contro nuovi arrivi: «Milano non ce la fa più, non sappiamo più dove metterli. I centri sociali danno lezioni di solidarietà, ma perché non danno le loro sedi occupate ai migranti?».
Il sindaco, intanto, si è detto convintissimo e ha provato a rassicurare:
«È una situazione temporanea per 14 mesi e metteremo i cittadini del quartiere nelle condizioni di sentirsi tranquilli dal punto di vista della sicurezza. Vedere persone sotto i ponti è veramente un bruttissimo effetto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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