I leghisti sono tornati sui banchi. Qualche sindaco, molti capigruppo, consiglieri comunali e regionali, revisori dei conti. Dal febbraio scorso ogni sabato mattina puntano la sveglia presto e si imbarcano in auto direzione Alessandria, un crocevia tra la Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria. I politici lumbard arrivano dalle quattro regioni per frequentare il master di pubblica amministrazione, in cattedra ci sono i professori dell'Università Bocconi. La sala di un grosso hotel è prenotata fino al prossimo settembre, sei mesi (ad agosto si concederanno le ferie) di full immersion dalle ore 9 alle 17 sui bilanci degli enti, le politiche sanitarie - spiegate neanche a farlo apposta dal professor Lega, con quel cognome è diventato subito l'idolo dell'aula -, le leggi Ue. L'investimento (anche economico) sulla formazione dei propri amministratori è una scelta assunta dal federale del partito, il master viene finanziato dalla Lega, la sessantina di iscritti - già laureati e non - partecipa con 500 euro a testa alla spesa, per l'affitto dell'hotel, i pranzi. Il diploma a fine corso sarà certificato dalla Bocconi. E in terra padana: niente a che vedere con quello scandalo della laurea di Renzo Bossi presa in Albania. Gli eletti al Nord devono seguire le lezioni e studiare, non c'è scampo.
Da Palazzo Marino si sposta ad Alessandria per studiare le regole del buon amministratore il capogruppo, Alessandro Morelli.
La Lega iscrive gli eletti al master della Bocconi
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