Per Herman Melville, che ci regalò il capolavoro oceanico Moby Dick, felicità era il fuoco nel camino e la biblioteca di casa in legno di quercia dalla quale cavare volumi, potenti viatici verso altre vite, altri mondi. Del camino non diciamo nulla - in Lombardia è vietato, inquina - ma una biblioteca fornita è sicuro aiuto in giorni di paure e quarantene. Siamo costretti in casa, a uscire il meno possibile, a evitare assembramenti. Ma nessuno ci vieta di frequentare le folle di personaggi che abitano i romanzi, entrare in contatto con saggisti, poeti e polemisti, praticare avventure erotiche (con pericolosi scambi di germi e batteri) leggendo storie d'amore o vite di vamp e dark lady.
Ci permettiamo di consigliare letture e riletture con il filo rosso Milano e Lombardia: ciò che resta sotto i nostri occhi, ma sembra lontano, sarà ancora più desiderabile se lo cerchiamo negli scaffali di casa, compriamo in libreria o ci facciamo consegnare dai corrieri. Per legge del contrappasso, si può partire da Ugo Foscolo. Milano non gli piaceva, la chiamava «Paneropoli», per dirne la crassa volgarità. Però gli piacevano le donne di Milano, come si capisce da Lacrime d'amore. Lettere ad Antonietta Fagnani Arese (Guanda, 2008, 15 euro). Consegnate all'amata da discreti fattorini, nelle eleganti vie foscoliane intorno agli attuali giardini di Porta Venezia, le lettere non hanno nulla da invidiare ai più spinti whatsapp di oggi. Leggere per credere. Un altro classico che sarà bene far scendere dagli scaffali è Ascolto il tuo cuore, città, di Alberto Savinio (Adelphi, 2019, 13 euro); forse l'atto d'amore verso Milano più struggente del Novecento. Scritto nel 1944, a macerie fumanti, il libro ripercorre la città, scovandone a ogni angolo i motivi di un sicuro riscatto. Savinio, scrittore e pittore (fratello di Giorgio De Chirico), in pagine memorabili evoca persino l'odore di cioccolata proveniente dal Naviglio di San Marco, dove ruotava il mulino della fabbrica Teobroma. La dolcezza di quella città perduta - descritta con la grazia di un Walter Benjamin - è il rimpianto di ogni perdita, che sa parlare anche alle nostre odierne angosce.
Non tutti la considerano davvero una grande poetessa, ma è indubbio che Alda Merini - per via della vita irregolare e carica di dolore - è diventata una regina della cultura pop. Il consiglio è leggerne l'autobiografia La pazza della porta accanto (Bompiani, 2002, 11 euro), dove l'Alda dei Navigli spiega quanto la poesia sia linimento necessario per affrontare «la fame, la sete, il sonno» e le ferite degli amori finiti. Dall'Alda all'Aldo (Nove), cervellotico pseudonimo di Antonio Centanin, scrittore di valore che in Milano non è Milano (Laterza, 2004, 9,50 euro) paragona la nostra e sua città a un «dio simpaticissimo e bizzarro. Uno strano animale, un bruco che rinnega la sua propensione a trasformarsi in farfalla, una divinità che si trasforma in pianta, che diventa un pesce». Milano è da sempre fonte di ispirazione letteraria, fin dal laudatore Massimo Bonvesin de la Riva; facciamo torto a grandi autori non ricordando tutte le buone penne che l'hanno amata, descritta, sprezzata, offesa, tradita. Mentre in cucina borbotta l'acqua per il vostro tè, siamo certi che non mancherete di prendere dagli scaffali, in muto colloquio tra di essi, romanzi di Scerbanenco e Bianciardi, racconti di Gadda e Testori, pagine di Simonetta e Guareschi. Ecco, Guareschi. Giovanni Raboni lo considerava uno zero, ma La scoperta di Milano (Rizzoli, 2018, 10 euro), primo romanzo dell'autore di Don Camillo, sa ancora comunicare la magia dell'incanto provato da Giovannino (lo scrittore), sbarcato nella gran città dalla sua piccola Parma, nel 1929. Uscì nel 1941. I luoghi della scoperta - il Duomo, la Galleria, i mercati rionali, i palazzi delle banche, il teatro della Scala - sono gli stessi che colpiscono oggi, ancora non del tutto detronizzati dai luccicanti grattacieli di Porta Nuova e Citylife.
La Milano letteraria è piena di delitti e detective.
Gli amanti del noir non hanno che l'imbarazzo della scelta, a partire dal recente Anime trasparenti di Daniele Bresciani (Garzanti, 2020, 18,60 euro), prima investigazione dell'ispettore Dario Miranda - curioso cognome alla Tinto Brass -, il quale indaga nelle viscere della periferia, grumo di umanità dolente e spietata. Bresciani, giornalista attento al mutare della realtà, è molto preciso nel tratteggio dei caratteri e dei luoghi, secondo la lezione classica degli scrittori americani più vocati nel genere.
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