Dopo la pacifica invasione degli alpini lo scorso weekend si preannuncia un sabato milanese ad alta tensione. Il vicepremier della Lega Matteo Salvini chiude la campagna elettorale in piazza Duomo a Milano con Marine Le Pen del Front National, l'olandese Geert Wilders del Partito della Libertà (Pvv) e i leader dei partiti sovranisti in Austria, Bularia, Belgio, Finlandia alleati dell'Enf a Strasbrgo. Sono attesi circa 130 pullman dal resto d'Italia e «carovane anche dall'estero.
La manifestazione partirà con un corteo intorno alle 15 da corso Venezia, il «fronte populista» passerà da piazza San Babila, via Matteotti e piazza Scala per approdare in Duomo per i comizi finali. L'intervento di Salvini, nella stessa piazza dove a dieci giorni dal voto per le Politiche un anno fa giurò sul Vangelo fedeltà al popolo italiano e con il rosario in mano, è atteso intorno alle 16.30.
Saranno in campo centinaia di uomini delle forze dell'ordine, per garantire la sicurezza ed evitare contatti tra due frange opposte. I centri sociali hanno organizzato infatti quasi alla stessa ora (da rituale) una contromanifestazione. L'hanno battezzata «Gran galà del futuro», non mancheranno i fumogeni ma hanno preparato anche balli e canti di battaglia. Il ritrovo è previsto alle 14 in piazza del Cannone, dal lì partirà un corteo diretto a largo Cairoli, piazzale Cadorna, via Carducci, via De Amicis, via Molino delle Armi, Santa Sofia, Sforza e Giardini della Gustalla.
Due percorsi tenuti accuratamente a distanza dalla questura ma c'è ovviamente il rischio di blitz da parte degli autonomi, il centro sarà blindato. L'Anpi organizza invece un incontro-protesta a Palazzo Marino dal titolo «Per un'Italia e un'Europa pienamente antifascista» in concomitanza con la manifestazione.
Il palco per il comizio in piazza Duomo è lo stesso, di 38 metri per 16, che ospiterà lunedì 27 maggio il concerto di Radio Italia (il partito ha condiviso le spese), la scenografia mescolerà il tricolore e il blu. Lo slogan: «Prima l'Italia, verso l'Europa del consenso». Le Pen parlerà (in francese) prima di Salvini che chiuderà la giornata. In scaletta gli interventi (tutti in inglese, tranne il bulgaro Marenshki che parletà in italiano) di altri dieci politici dell'Enf, dal belga Gerolf Annemand (Interesse fiammingo) al ceco-giapponese Tomio Okamura (Libertà e democrazia diretta).
E da New York dove si trovava fino a ieri in missione il sindaco ha lanciato un videomessaggio su Facebook al leader della Lega. Beppe Sala è stato invitato alla riapertura del museo della Statua della libertà a Liberty Island, simbolio di libertà e accoglienza, «un luogo magnifico - racconta -. Ho chiesto quanti Sala sono passati da qui, quanti miei antenati, e sono stati più di duemila. La mia curiosità successiva è stata verificare quanti Salvini sono passati, 254». Liberty Island sorge di fronte ad Ellis Island, l'isolotto artificiale che dal 1892 al 1954, anno della sua chiusura, è stato il punto di approdo per gli immigrati che sbarcavano negli Usa. Un parallelismo che il sindaco ha voluto fare con gli sbarchi dei profughi sulel coste italiane. Lancia «un piccolo richiamo al nostro vicepremier.
Ognuno fa la propria parte, la politica è interpretazione dei fabbisogni della società, ma entrando qui non si può non riflettere e ripensare ai nostri antenati arrivati magri, scalzi e affamati, e a ciò che succede oggi. Ognuno faccia la propria parte ma un po' di cuore in più non guasterebbe».
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