L'emergenza Trenord e gli stop partiti da Roma

L'incontro con Fs è decisivo per uscire dall'impasse. Fontana chiede investimenti e personale

L'emergenza Trenord e gli stop partiti da Roma

Venerdì si farà il punto della situazione. Si cercherà di chiarire e di capire quale sarà la direzione che prenderanno i treni lombardi. È il giorno dell'incontro fra il presidente della Regione, Attilio Fontana e il nuovo ad di Fs, Gianfranco Battisti. La separazione di Trenord sembrava cosa fatta, poi sono arrivati gli stop da Roma - fronte 5 Stelle, pare - e tutto è tornato in discussione. L'incertezza ha contribuito ad alimentare voci su possibili altri piani. Fontana è disposto a ragionare di tutto, ma vuole risposte veloci ed efficaci. «Se ci saranno nuove proposte - ha detto il governatore lombardo - le ascolteremo. Al momento, di concreto, c'è solo quella che abbiamo formalmente avanzato noi un mese e mezzo fa: la vera questione è quella di superare l'emergenza che si è verificata negli ultimi mesi soprattutto perché Ferrovie dello Stato non ha fatto il proprio dovere: non ha investito, non ha collaborato e non ha fatto quello che un socio avrebbe dovuto fare. L'unica ad aver investito sempre e comunque è stata la Regione». L'emergenza parla di treni vecchi e malmessi, di ritardi e cancellazioni, di pendolari disperati e di una sicurezza che non c'è sia per chi viaggia e per chi sui treni ci lavora. E per superare l'emergenza, per il Pirellone la strada è una sola e cioè che Trenitalia svecchi i propri treni che oggi hanno un'età media di circa 32 anni, mentre quelli acquistati dalla Regione non superano i 10. Servono subito nuovi convogli ed è urgente nuovo personale in attesa che quello assunto da Trenord sia formato. «Chiediamo a Ferrovie dello Stato che ci dia finalmente una mano per superare questa fase - ha spiegato Fontana- perché solo loro hanno personale e treni che possono trasferire sulla nostra rete». Il primo passo che la Regione chiede è quindi che si proceda al rinnovamento di tutta la rete ferroviaria per la quale secondo il Pirellone Rfi ha ricevuto un congruo finanziamento statale. Venerdì quindi si capirà se ci sarà un accordo (e i finanziamenti) che serve a migliorare la vita dei 730mila pendolari lombardi. Che non se la passano benissimo.

Da alcuni dati diffusi dai sindacati risulta che su 1.520 treni, il 77% ha viaggiato con almeno una toilette non funzionante e il 35% hafatto servizio con almeno una porta guasta. E ancora: 673 carrozze o locomotori sono stati messi sui binari nonostante i guasti.

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