Dopo l'ennesima lite sindaco pronto a revocare le deleghe all'assessore

Dopo l'ennesima lite sindaco pronto a revocare le deleghe all'assessore

«Io e Pisapia? Siamo quasi una coppia di fatto, e come tutte le coppie coabitiamo con qualche conflitto e andiamo avanti insieme». La scorsa estate Stefano Boeri scherzava sulle ripetute minacce di divorzio da parte del sindaco. I due non si sono mai amati, è scritto sui muri di Palazzo Marino. Dalla sfida delle primarie 2010 alla convivenza forzata in giunta. Il sindaco gli assegnò la Cultura ed Expo perchè non poteva farne a meno, era un accordo politico con il Pd, ma da avvocato scaltro almeno annunciò con grande anticipo che il suo vice sarebbe stata una donna e si levò un problema. Ora, pare intenzionato a levarselo del tutto. Il viaggio di Boeri in Comune sembra ormai al capolinea, pochi scommettono che finirà come nel 2011, quando tanto tuonò che non piovve e l'assessore perse la delega a Expo ma salvò la poltrona. Le ultime settimane sono state di fuoco. Prima la lite furibonde sulla vicenda del concerto dell'Oca all'Ansaldo, quando il sindaco ha dovuto firmare «last minute» l'autorizzazione in deroga alle norme di sicurezza (c'erano 23 motivi di rischio) assumendosi la responsabilità di incidenti che per fortuna non sono accaduti. Poi due giorni fa sui conti presentati dall'assessore per due mostre in programma a Palazzo Reale, un totale di 160mila euro che in regime di Bilancio in dodicesimi e la Corte dei conti passa al setaccio ogni spesa degli enti sono contestabili. La giunta ha approvato le delibere ma l'invito a fare meno spese e giustificarle meglio è stato espresso a toni alti con Boeri anche dal neo vicesindaco Lucia De Cesaris, con cui Pisapia si confronta sul rimpasto. Il sindaco ieri ha visto per oltre due ore i segretari del Pd Maurizio Martina e Roberto Cornelli e potrebbe annunciare già oggi i nuovi ingressi in giunta - la capogruppo del Pd Carmela Rozza ai Lavori pubblici (ancora incerta la delega a Demanio e Rapporti con il consiglio) e l'europarlamentare Pd Francesca Balzani, che gestirà il Bilancio senza stipendio ma manterrà il doppio incarico in Ue fino a settembre - e ufficializzarli in aula domani. La segreteria del partito gestirà con i consiglieri la scelta del nuovo capogruppo, in pole position Andrea Fanzago, dietro Lamberto Bertolè. E tra oggi e domani, la resa dei conti con Boeri: se la frattura - come molti dicono - è insanabile, al suo posto entrerà un uomo vicino al Pd e al mondo dei salotti, elettorato a cui Pisapia è attento e che finora ha «salvato» l'archistar anche quando il sindaco lo avrebbe spedito a calci. Come nel novembre 2011, quando dopo le sue esternazioni su Expo e sul museo di Citylife, l'avvocato cercò di «farlo fuori» ma la sinistra chic promosse una campagna web a favore. Qualche mese dopo, l'ennesimo pasticcio di Boeri, sulla gara per i concerti all'Arena, un'estate di silenzio e una figuraccia per il sindaco. Da lì all'autunno, sempre nel mirino, per consulenze o spese. Pisapia aveva sperato di liberarsene con le primarie del Pd, ma dopo un tira e molla Boeri non si è voluto buttare nella mischia. Nemmeno dopo, sulle elezioni Politiche o regionali.

I più vicini a Pisapia dicono che la misura è colma e gli avrebbe firmato già dopo il fattaccio dell'Oca, ma si mosse persino Gad Lerner per convincerlo a ricucire. Il sindaco è andato a Londra qualche giorno ma al ritorno la nuova lite. La coppia rischia di scoppiare definitivamente nelle prossime 24 ore. Di dimissioni volontarie non se ne parla.

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