Chi è causa del suo mal pianga sè stesso, dice il proverbio. I consiglieri di Sel che devono pagare pegno (elettorale) al Leoncavallo non sanno più che pesci pigliare. Entro giovedì dovrebbe - o doveva - essere approvata la delibera che autorizza lo scambio di due stabili comunali con l'ex cartiere di via Watteau occupata dal centro sociale, proprietà della famiglia Cabassi. In pratica, sarebbe l'avvio della regolarizzazione per il Leonka, un bel regalo a chi si è speso moltissimo in campagna elettorale per far eleggere gli esponenti di vendola (l'ex portavoce dei leoncavallini peraltro è il deputato Sel Daniele Farina). Una delibera approvata dalla giunta non ieri e nemmeno un mese fa, ma lo scorso 30 luglio. Un atto a cui dal giorno uno il centrodestra ha dichiarato guerra e su cui il presidente dell'aula Basilio Rizzo, da sinistra, ha espresso subito la propria contrarietà. Che non sarebbe stata una passeggiata era scritto sui muri. In queste settimane il capogruppo di Sel Mirko Mazzali ha accusato Forza Italia, Lega e Fdi di fare ostruzionismo sull'affidamento delle case popolari del Comune alla società Mm (la delibera che precede quella del Leonka) per far saltare la scadenza del 30 aprile. Può darsi, il regolamento offre ampi margini all'opposizione e la sinistra a parti invertite ha regalato show quand'erano sindaci Albertini o la Letizia Moratti. Mazzali ha puntato il dito anche contro Rizzo perchè (guarda un pò) sta dirigendo i lavori come un arbitro imparziale, senza cedere alla richiesta di contingentare i tempi del dibattito. Potrebbe farlo in caso di urgenza, ma giorni fa ha buttato la palla nel campo della giunta e gli è ritornata indietro: nessuna indicazione sulla priorità del tema rispetto a Mm, Sel aveva chiesto l'inversione delle delibere. E come potrebbe giustificare l'urgenza? Ci sono stati 9 mesi di tempo per aprire in aula la discussione. Da inizio anno, il Consiglio ha votato appena 8 delibere. Di queste, peraltro, solo 5 sono state proposte dalla giunta: il Regolamento dei servizi funebri (approvato il 15 gennaio), la riqualificazione del campo 30 del cimitero di Lambrate per realizzare tombe di famiglia, le modifiche allo statuto di Sogemi, il Sistema idrico integrato, il Piano finanziario di Amsa. La giunta ha inviato all'aula 5 delibere in 4 mesi, Mm è la quinta. Una invece è stata portata dalla Segreteria generale (gli obblighi di trasparenza per le cariche elettive) e due dalla presidenza del Consiglio (un taglio agli «Ambrogini» e la sospensione dell'incompatibilità per 4 consiglieri con una lite pendente col Comune). Per non rimanere con le mani in mano, i consiglieri hanno votato mozioni e ordini del giorno - dal divieto di usare animali nei circhi ai badge transgender ai dipendenti comunali - o è stata convocata una sola seduta a settimana per mancanza di argomenti. La verità, dunque, è che a frenare la discussione del Leonka sono state le liti a sinistra.
«Ci ritroviamo a discutere di badge transgender perchè la giunta Pisapia è improduttiva - ammette il consigliere di Fi Fabrizio De Pasquale - ed è assurdo che la sinistra si scaldi solo su provvedimenti ideologici e propagandistici invece di pretendere come noi che si discuta prima di Bilancio o dei temi che interessano davvero la gente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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