Quella lettera di Sala mai recapitata

Oggi le audizioni delle aziende non ancora pagate

Per ricostruire i bilanci Expo mancano ancora mille numeri, ma qualcosa comincia ad emergere. Comprese le lettere «dimenticate» nei cassetti. I consiglieri della commissione d'inchiesta del Comune hanno scoperto che Giuseppe Sala, nei suoi ultimi giorni da amministratore delegato alla fine di gennaio, aveva inviato un documento al presidente della commissione Expo a Palazzo Marino Alberto Gabbai in cui riassumeva la situazione economico patrimoniale della società, ricostruendo per sommi capi i dati del patrimonio netto a fine 2015. Ebbene, quella lettera, a quanto pare, è stata girata solo al delegato Expo Gianni Confalonieri. Nessuno degli altri consiglieri ne è mai venuto a conoscenza.

La mini operazione di trasparenza di Sala è stata oscurata dal suo uomo di fiducia. «Eppure - spiega Riccardo De Coarto (Fdi) - quella lettera sarebbe servita a rendere i conti un po' più chiari». In una paginetta di rapporto si precisano alcuni passaggi sui finanziamenti ricevuti: «La società ha utilizzato le risorse economiche messe a disposizione dai soci/enti locali mediante contributi in conto capitale e in conto impianti». «Già questo sarebbe stato utile da comunicare» commenta De Corato.

Nella lettera firmata da Sala il 27 gennaio non viene tuttavia fatta chiarezza sui biglietti venduti per la manifestazione: aspetto che rimane in sospeso anche oggi, dopo quasi un anno: «Cosa piuttosto anomala vista l'importanza del dato, soprattutto per quanto riguarda gli ospiti stranieri, che Sala valuta in 6 milioni, ma che alcuni analisti ipotizzano essere stati 2 milioni. Questo dato è molto importante per valutare l'indotto creato da Expo ed è giusto che sia trasparente».

«Assurdo che quella lettera non sia mai arrivata nelle nostre mani» commenta il consigliere Alan Rizzi, che critica anche la scelta del Pd di non partecipare alla commissione: «Questo vuol dire boicottare un lavoro di trasparenza». Furioso anche Manfredi Palmeri, che da mesi sta correndo dietro ai numeri dei bilanci Expo e che si è scontrato con Gabbai, tanto da indurlo ad abbandonare l'aula.

Oggi la Commissione d'inchiesta su Expo ascolterà le aziende che ancora aspettano di essere pagate: ci sarà l'avvocato dell'azienda Tecnochem, fallita per il mancato pagamento da parte di Expo. Poi sarà il turno del presidente di Distretto 33, Dario Ferrari, e di Daniele Parolo, portavoce delle imprese lombarde.

Ci sarà la Costruzioni Perregrini, a cui ancora deve arrivare mezzo milione di euro per materiali e manodopera e la Martini Prefabbricati, che vanta un credito di 300mila euro. Chiesta anche l'audizione per la Gfk Eurisko, società di ricerche e sondaggi, che ha realizzato, su incarico di Expo, una valutazione del gradimento dei visitatori senza dire il numero di visitatori.

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