Ai bambini piace da matti studiare la scienza. Già, ma mica sui libri di testo. Molto meglio farlo sul palcoscenico e, magari, imparare a portare in scena esperimenti e storie di ricercatori. Nasce così il progetto del teatro Scienza, ideato dalla fondazione Silvio Tronchetti Provera e ormai trasformato in una vera e propria Academy, cioè in un metodo da tramandare di generazione in generazione.
Ieri i ragazzi dell'istituto Calavieri e della scuola media Rinascita si sono esibiti sul palcoscenico del Teatro Piccolo, portando in scena «L'energia dalla chimica: gli alberi e le montagne del Giappone», la storia del radiometro di William Crookes e lo spettacolo «Mettiamoci in pentola».
«La scienza rimane impressa se viene applicata - è la convinzione di Lucio Pinto, direttore della fondazione - Tanto più che nelle scuole scarseggiano i laboratori. Sul palcoscenico i ragazzi imparano a fondere l'arte del teatro e quella della scienza. Nascono così la danza del Dna o la rappresentazione del magnetismo. Ho incontrato un ex alunno che ancora si ricorda certi concetti scientifici grazie all'esperienza del teatro scienza». I baby attori-ricercatori si preparano anche ad Expo: la fondazione sta infatti pensando di portare gli spettacoli scientifici anche all'interno del padiglione Italia. Non a caso, i temi su cui alunni e docenti sono chiamati a lavorare riguardano da vicino i temi della manifestazione del 2015: il pane e le vie d'acqua. Quello del teatro scienza è ormai diventato un must tra gli alunni. E tra gli insegnanti. Sì, perché a partecipare ai corsi sono anche i docenti. A carattere scientifico anche i premi che la fondazione ha messo a disposizione delle scuole: «Offriamo la gita scolastica» spiega Pinto.
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