Via ai corsi anti-fondamentalismo nelle scuole. La Lombardia è partita, prima Regione italiana a prevedere in una legge un intervento di educazione e formazione per prevenire azioni di radicalizzazione violente. Ieri, nel corso dell'incontro «Gli strumenti educativi nella prevenzione ad ogni forma di estremismo violento», ospitato presso la scuola «Cremona Zappa» di viale Marche, sono stati presentati gli esiti delle attività formative svolte da cinque scuole lombarde: gli istituti superiori «Oriani Mazzini» di Milano e Pesenti di Bergamo, e gli istituti comprensivi di Nuvolento (Brescia), Mandello del Lario (Lecco) e Sondrio centro La legge è intitolata «Interventi regionali di aiuto e assistenza alle vittime del terrorismo e di informazione, formazione e ricerca per conoscere e prevenire i processi di radicalizzazione violenta». È stata approvata a novembre 2017, animata da un proposito innovativo: intervenire sul piano ideologico per prosciugare il clima d'odio in cui prolifera la minaccia jihadista: «Grazie alla legge regionale - spiega l'assessore regionale Riccardo De Corato - insieme all'Ufficio scolastico regionale abbiamo messo in campo nuovi strumenti in grado di contrastare la diffusione di idee radicali ed evitare che queste, attraverso il cosiddetto proselitismo o indottrinamento ideologico, possano sfociare in estremismi».
Con la collaborazione delle istituzioni scolastiche, dunque, è partito il progetto formativo, incentrato sull'educazione alla cittadinanza e sul rispetto delle differenze. E l'Ufficio scolastico ha direttamente promosso corsi per formare docenti e dirigenti scolastici con competenze didattiche e organizzative specifiche. La Regione, insomma, ha voluto sostenere in modo sistematico la diffusione di competenze capaci di creare un sistema di reti territoriali. Agli istituti scolastici è stato assegnato un contributo massimo di 5mila euro e le scuole nel periodo settembre-novembre hanno realizzato le attività formative per i docenti e i dirigenti scolastici. Ieri nel corso del convegno sono stati presentati gli esiti di queste attività formative, per condividere i risultati e valutare le prospettive future del progetto. Insieme a Roberto Proietto, dirigente regionale, sono intervenuti Marco Lombardi (docente di sociologia della Cattolica) e Antonio Cuciniello (arabista e islamologo dell'Ismu). «Secondo i dati - ha detto De Corato - gli alunni stranieri sono in crescita. Nel 2015 da uno studio del Centro nazionale di ricerca francese effettuato su 7mila studenti è emerso che un giovane ogni tre intervistati aderiva al fondamentalismo. Il 32% non condannò completamente gli attacchi contro Charlie Hebdo e gli altri attentati a Parigi e, tra gli studenti delle scuole superiori, addirittura il 70% non considerò colpevoli gli autori dei due attacchi».
«Come dimostrato da questo studio - ha concluso De Corato - il multiculturalismo diffuso obbliga la scuola a uno sforzo che non è solo quello dell'integrazione, perché i ragazzi spesso riescono a integrarsi da soli, ma soprattutto quello dell'educazione affinché il fondamentalismo venga ripudiato e respinto».AlGia
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