Lo licenziano, dà fuoco all'azienda

Le telecamere hanno ripreso un ex dipendente. Ora è agli arresti domiciliari

Lo licenziano, dà fuoco all'azienda

A inguaiarlo senza scampo, oltre alla sua indole rabbiosa e vendicativa, le immagini delle telecamere della zona. Che la mattina di Pasqua lo immortalano - felpa con cappuccio, un marsupio, pantaloni bianchi e neri, un cappellino con visiera, un guanto monouso e un pezzo di Diavolina accendifuoco gettati (e poi ritrovati) in un cestino della spazzatura - all'inizio e alla fine del suo blitz incendiario al deposito dell'azienda di raccolta differenziata dei rifiuti di Rozzano in cui aveva lavorato fino a gennaio, quando era stato licenziato. Cacciato, a suo dire, ingiustamente e senza una ragione plausibile, dopo una serie di accese e ricorrenti discussioni con il gestore che l'aveva incolpato anche di avere una certa propensione per i furti, mentre lui, di rimando, gli aveva spiattellato in faccia che se la sarebbe legata al dito e che non finiva lì. Ieri mattina quando i carabinieri della tenenza di Rozzano lo hanno raggiunto a casa sua, questo 42enne incensurato - per il quale la Procura di Milano ha chiesto la misura dei domiciliari - ha negato la sua responsabilità nel rogo. Peraltro già stata dimostrata dal ritrovamento, durante una perquisizione domiciliare di qualche giorno prima, proprio degli indumenti che l'uomo indossava la mattina dell'incendio doloso. Capi d'abbigliamento «fotografati» non solo dagli occhi elettronici, ma apparsi anche in alcuni scatti pubblicati sul profilo Facebook del presunto piromane.

Lui però nega tutto. E, per amor di precisione, ha spiegato ai militari dell'Arma non solo che con le fiamme dolose non c'entra affatto, ma che quella mattina era sì entrato nel capannone del rogo, ma solo perché in un primo tempo, animato da propositi di vendetta, era intenzionato a rubare un piccolo macchinario. Un progetto poi sfumato tant'è che il 42enne sostiene di essersene andato così com'era venuto, a mani vuote.

Eppure è stato davvero disastroso e ammonta a milioni e milioni di euro il bilancio dei danni causati dall'incendio del 4 aprile nel deposito di via Leonardo da Vinci dell'«Area Sud Milano», spa di Rozzano a capitale pubblico/privato che si occupa della raccolta differenziata oltre che per il comune dove ha sede anche per quelli di Pieve Emanuele e Locate Triulzi.

Oltre al capannone in cui è stato appiccato il rogo, infatti, sono rimasti inceneriti anche i 14 mezzi che c'erano all'interno, tra quelli impiegati per la raccolta dei rifiuti e le macchine spazzatrici. Una perdita incalcolabile se si pensa che l'azienda è da tempo in crisi di liquidità.

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