Condanne dai 15 anni e 8 mesi ai 3 anni di carcere sono state chieste ieri ai giudici della Settima sezione dal pm Paolo Storari durante il processo a carico di otto imputati nato da un'inchiesta della Dda sulle presunte infiltrazioni della cosca catanese dei Laudani negli appalti per la sicurezza, tra gli altri, alla Lidl e al Palazzo di giustizia (dove il servizio è affidato alla Securpolice). Il pm durante la requisitoria ha sottolineato l'importanza di fermare l'azione della cosiddetta «borghesia mafiosa», rappresentata in questo caso dagli ex titolari del gruppo di security Alessandro e Nicola Fazio (chiesti 10 anni e 8 mesi e 4 anni). I fratelli da una parte sono accusati di aver avuto forti legami con il clan, cui assicuravano costanti somme, dall'altra vantavano contatti ai massimi livelli della pubblica amministrazione. Storari ha citato l'esempio dell'ex comandante dei vigili Antonio Barbato, mai indagato, e di generali dei carabinieri e della Gdf.
Le accuse a vario titolo vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione. Il Comune, parte civile, ha chiesto 200mila euro di risarcimento. Nelle restanti udienze di ottobre interverranno le difese. La sentenza è prevista per novembre.CBas
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