Milano aperta 24 ore su 24? Il sindaco non ci sta e torna alla carica, contro il governo e il Tar. Il Comune aveva provato a stoppare il decreto Monti sulle liberalizzazioni, continuando a regolamentare le aperture domenicali con i vecchi paletti della legge regionale. Federdistribuzione ha fatto ricorso e il Tar ha sospeso la delibera bocciando il Comune. Ma Giuliano Pisapia ieri al congresso dellAcli, dove è intervenuto anche il cardinale Angelo Scola, ha ribadito che «quella legge è ingiusta perché oltre al diritto al lavoro esiste anche il diritto al riposo. Noi abbiamo fatto la nostra parte con una delibera contro la liberalizzazione totale degli orari dei negozi, che il Tar ha bocciato, ma era un gesto che andava fatto. Quando ritornerà la forza della politica, potremo ancora tentare di modificare una legge ingiusta e non concepibile per uno stato democratico come il nostro». Posizione condivisa dallUnione del commercio, Simonpaolo Buongiardino ricorda che «già secondo la legge regionale lamministrazione poteva concedere molte deroghe alla chiusura domenicale, ma cera una salvaguardia dei piccoli negozi che non possono reggere i ritmi della grande distribuzione. Purtroppo in prima istanza il Tar ha dato ragione a Federdistribuzione. Al tavolo con la Regione stiamo cercando di mettere un freno alla deregulation con il sistema dei Distretti urbani del commercio, che esistono anche a Milano», ad esempio allIsola, Sarpi, Navigli, Brera. Premettendo che «non lo ritengo un elemento risolutivo per il rilancio del commercio», il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli non è invece «pregiudizialmente contro le liberalizzazioni, anzi chi fa battaglie di retroguardia rischia di innescare un dibattito vuoto. Sono tanti i milanesi preferiscono o hanno tempo la domenica per fare la spesa e ben venga se trovano i supermercati aperti».
Al convegno Acli Pisapia ha bocciato anche lintenzione del governo di eliminare larticolo 18 (per cui il licenziamento è valido solo per giusta causa o giustificato motivo) dallo Statuto dei lavoratori. Facendo un lapsus, ha parlato quasi sempre di articolo 28. Metterlo in discussione «è un proclama che non serve a nulla. É una salvaguardia contro le discriminazioni e non impedisce i licenziamenti, su certi diritti non possiamo transigere» afferma. Prima di lui, il cardinale Scola ha parlato dei giovani, ammettendo che «devono imparare che il lavoro sarà sempre più un percorso e sempre meno un posto». Limportante, ha commentato Pisapia, «è che ci sia un posto di lavoro per i giovani, bisogna modificare i termini che oggi ci sono e ci stanno lavorando. É però indubbio che anche con una maggiore flessibilità bisogna creare ammortizzatori sociali reali».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.