Seconda Pasqua in lockdown. La Lombardia resta chiusa almeno fino al 6 aprile e commercianti, imprese del turismo e dei servizi precipitano in «profondo rosso». L'ufficio studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza stima una perdita di fatturato pari ad almeno 228 milioni dalla settimana santa fino a subito dopo le festività. Si tratta di incassi più che dimezzati (-53,4%) rispetto a Pasqua 2019, il conto iniziale limitato al weekend arrivava già a 120,4 milioni. Le attività del terziario più danneggiate dalle restrizioni sono circa 69.500, ristoranti e bar subiscono un vero e proprio crollo del fatturato (da 80,6 a 16,7 milioni, -80%), idem i centri ricreativi come piscine, centri sportivi e luoghi di spettacolo (da 66,7 a 16,7 milioni, il 75% in meno), perdite pesanti anche per i servizi alla persona (da 82,9 a 63,6 milioni, il 23,3% in meno) e trasporti (da 98,2 a 74,5 milioni, il 24,1% in meno). A lanciare l'allarme è il segretario di Confcommercio Milano Marco Barbieri che denuncia come un'altra Pasqua in lockdown sia «un ulteriore duro colpo per le imprese di Milano e della Città metropolitana. Se si dovesse arrivare ad un mese di zona rossa il costo sarebbe di oltre un miliardo e 160 milioni. Bisogna far riaprire in sicurezza le imprese che, aggiungo, stanno ancora aspettando gli indennizzi per la zona rossa indebita a gennaio». E Barbieri aggiunge che i ristori previsti dal governo Draghi con il Decreto Sostegni sono «chiaramente insufficienti, è fondamentale avere indennizzi veri con il prossimo scostamento di bilancio».
Il settore alberghiero è quasi fermo da un anno e per ora fatica a vedere la luce in fondo al tunnel. Maurizio Naro, presidente di Apam (associazione albergatori di Confcommercio) riferisce che il fatturato degli hotel nei mesi di gennaio e febbraio «registra un calo del 75/85% rispetto agli stessi mesi del 2020, quando non era ancora scoppiata la pandemia. Questo mese siamo intorno a un meno 80% rispetto al marzo 2019». I grandi alberghi continuano a rimanere chiusi salvo poche eccezioni e il periodo di Pasqua a Milano non è mai stato di alta stagione e «non ci sono prenotazioni dall'estero», ma «ora abbiamo bisogno che il governo indichi una prospettiva per la ripresa degli eventi e soprattutto delle fiere e congressi in città, se il programma delle vaccinazioni è avviato sui binari vanno date informazioni certe sulla ripartenza degli eventi, bisogna creare un clima di fiducia e certezze almeno entro aprile o temo che salterà di nuovo anche il Salone del Mobile a settembre. Gli espositori devono programmare per tempo la loro partecipazione».
A differenza di Como, Firenze, Roma o località di mare, qui «per l'estate arrivano al momento telefonate di informazione ma nessuno prenota. D'altra parte Milano viveva di eventi, dobbiamo tornare ad offrire qualcosa per l'estate, con tutte le precauzioni sanitarie del caso».
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