Cronaca locale

L'odissea di Simone, "ostaggio" degli ascensori guasti sui binari

Lo sfogo di Simone, sballottato da una stazione all'altra perché la maggior parte delle stazioni non avevano un ascensore funzionante per permettergli di cambiare binario

L'odissea di Simone, "ostaggio" degli ascensori guasti sui binari

Da Romolo a Cadorna, passando per Bovisa e Garibaldi. Un vero e proprio giro di Milano, sballottato da una stazione all'altra in cerca di un ascensore che potesse aiutarlo a salire le scale. Senza poter tornare a casa.

È l'odissea raccontata da Simone Gambirasio che ieri ha vissuto soltanto l'ultimo dei viaggi della speranza tra treni e metropolitane. "Sono uscito da lavoro un po' più tardi del solito", racconta a ilGiornale.it il manager disabile che abita a Cairate (Varese) e lavora a Milano, "La stazione più vicina è quella di Porta Genova, ma so che lì non c'è un ascensore, così mi faccio 700 metri per andare a Romolo". La destinazione? La stazione di Garibaldi, da cui prendere il treno per andare a casa. "Ma non posso prendere la metro perché alla fermata della verde a Garibaldi non ci sono ascensori. Ci sono solo i montascale, che non prendo più perché sono totalmente inaffidabili: più volte sono dovuti intervenire i vigili del fuoco", racconta, "Per non parlare dei tram... Quasi tutti inaccessibili".

Così ogni giorno Simone prende la metro fino a Cadorna, raggiunge la stazione ferroviaria e prende un treno fino a Bovisa e poi un altro fino a Garibaldi, dove c'è un treno raggiungibile in carrozzina. Qui cambia ancora e ne prende uno che lo porta a casa. Ma ieri qualcosa è andato storto: arrivato nella penultima stazione del suo percorso quotidiano, infatti, il giovane si è trovato su un binario con l'ascensore "impacchettato" perché fuori uso. A quel punto ha chiesto aiuto al capotreno, che gli ha consigliato di tornare a Bovisa per prendere un altro treno. Ma l'odissea non è finita: "Sceso a Bovisa scopro che anche a quel binario l’ascensore non era agibile, perché guasto", spiega Simone che si è ritrovato da solo sul binario senza che nessuno lo aiutasse: "Non c'è neppure un pulsante per chiamare qualche addetto", racconta, "Per farmi ascoltare da qualcuno ho dovuto urlare, minacciare di chiamare i carabinieri e di buttarmi sotto il treno. Dopo qualche minaccia si sono degnati, mi hanno rimesso sul treno e hanno fatto una manovra per farmi scambiare binario".

Tutto sistemato? Macché: il successivo treno per Garibaldi lo avrebbe comunque portato su un binario senza ascensore funzionante. Così ha ripreso un treno per Cadorna, "dove ho mangiato una pizza da solo" e poi è tornato a casa con mezzi privati. E questa mattina tutto è ricominciato da capo: l'ascensore a Bovisa è ancora guasto.

"Io non ho nemmeno più la forza di raccontarvelo", dice sconsolato in un post su Facebook, "Ho perso il coraggio. Grazie Trenord per ricordarmi ogni giorno di dover chiedere il permesso, l’autorizzazione, per vivere ed essere normale. No, non ho avvisato prima la stazione, quindi è tutta colpa mia. Come no". Già, perché - ci racconta - affinché il suo percorso giornaliero sia senza barriere architettoniche, Simone dovrebbe avvisare le compagnie con cui viaggia alemno ventiquattro ore prima. "A patto che il treno non faccia ritardo, altrimenti salta tutto", spiega, "Una volta sul Malpensa Express (dove c'è un solo vagone per disabili) abbiamo prenotato in due e l'unica soluzione che ci hanno proposto era che uno di noi rinunciasse al viaggio). Senza considerare che in alcune stazioni gli ascensori vengono spenti alle 21".

Quello dei trasporti è una delle croci per Simone, che ha dovuto fare i conti con questo aspetto pure nella scelta della zona dove comprare casa: "Ho dovuto cercare un condominio con ascensore abbastanza largo, vicino a una stazione della metro con un accesso adeguato", racconta, "In dieci anni che lavoro a Milano, qualcosa è migliorato. Ma resta il meno peggio in Italia.

Eppure all'estero non ho avuto problemi persino in città più piccole".

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