L'omaggio di oltre 150mila persone

Centocinquantamila persone ma saranno molte di più quando sarà finita la conta della lunga e composta coda che ormai da due giorni continua a materializzarsi in piazza Duomo e poi dentro la cattedrale fin sotto l'altare, dove le spoglie mortali del cardinale Carlo Maria Martini riposano in una semplice cassa di legno chiaro. Sulla bara l'Evangeliario ambrosiano, aperto sulle pagine della Pasqua.
La città è come sospesa, tra le visite dei semplici fedeli e quella del presidente del consiglio, Mario Monti. Il Comune ha dichiarato un giorno di lutto cittadino per i funerali che saranno presieduti oggi pomeriggio alle quattro dal cardinale Angelo Scola, che sabato mattina a mezzogiorno aveva accolto il feretro in arrivo dall'Aloisianum di Gallarate, la casa dei gesuiti dove Martini è morto venerdì scorso. Ieri sera Scola è tornato a salutare Martini e si è inginocchiato in raccoglimento accanto alla bara.
L'arcivescovo di Milano ha ricordato il cardinale scomparso anche ieri mattina, durante una Messa a Sesto Calende, in occasione dei 40 anni dalla morte del cardinale Angelo Dell'Acqua: «Il Signore ha voluto che in questa occasione accomunassimo la morte del nostro amato pastore Carlo Maria Martini, che è passato all'altra vita, con quella del cardinale Dell'Acqua. I morti sono più vivi di noi e con noi sono presenti i due cardinali che oggi vogliamo ricordare».
Sfilano il ministro dei rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, il presentatore Pippo Baudo, la presidente della Rai, Annamaria Tarantola, che ha un ricordo ancora vivo negli occhi: «L'ho conosciuto personalmente in due pellegrinaggi a Santiago de Compostela e in Terra Santa».
Monti entra in Duomo alle cinque e venticinque della sera, fa il segno della croce, si ferma qualche attimo in preghiera, parla brevemente con la sorella del cardinal Martini, Maris. Una dopo l'altra sono arrivate a rendere omaggio in molti. Il sindaco, Giuliano Pisapia, lo ricorda come «un punto di riferimento fondamentale per i laici e per i cattolici, per i credenti e per i non credenti». Dice che ora «rimangono le sue parole e i suoi scritti: riflettere sempre rileggendoli sarà importante per governare bene questa città, perché Milano torni a essere accogliente, capace di essere generosa con tutti e di rispettare i diritti e i doveri di tutti».
Ricordi personali anche dai suoi preti, che adesso sono lì in preghiera, come monsignor Giovanni Balconi: «La mia finestra di casa era di fronte alla sua. Quella luce si spegneva tardi e si accendeva presto». A guidare il Vespro, la preghiera della sera, è il cardinale Dionigi Tettamanzi, colui che ne è stato l'immediato successore come arcivescovo di Milano. Poi il cardinal Tettamanzi si è inginocchiato e raccolto in preghiera.
Sul libro dei ricordi molti semplici milanesi. Per scrivere qualcosa o anche solo la sciare la propria firma, bisogna fare un po' di coda. Ringraziamenti e invocazioni. «Proteggici dal cielo e prega per noi. Grazie per tutto quello che hai fatto» è la testimonianza di una famiglia. «Ho perso un padre della fede sulla terra. Alleluja.

Avrò un santo in più da invocare in cielo» si legge poche righe lontano. E ancora: «Grazie padre per i tuoi liberanti insegnamenti».
Fedeli in fila anche davanti all'altare del Crocifisso, dove il cardinal Martini sarà sepolto questa sera, dopo i funerali. Tantissime candele accese.

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