Alla fine i punti di vantaggio per il centrodestra al Senato in Lombardia sono 8. Ma già nel primo pomeriggio erano bastate le prime proiezioni per passare dal de profundis preparato per Silvio Berlusconi da giornalisti e soloni della politica a quello per Pierluigi Bersani. Il segretario del Pd che dopo questa batosta invece dei giaguari ora sarà meglio che si prepari a smacchiare la sua ambizione di diventare il prossimo presidente del consiglio. Perché se questa volta l'assalto a Palazzo Madama era la madre di tutte le battaglie, la Lombardia era la madre di tutte le regioni. Il centro di gravità dove si è deciso l'assetto del nuovo parlamento e dunque il destino del prossimo governo. Ben 49 i seggi assegnati e con il premio di maggioranza ne andranno 16 al Pdl e 11 alla Lega. E qui in Lombardia, da sempre il cuore pulsante del berlusconismo, ma anche delle grandi rivoluzioni che hanno trainato la politica e l'economia del Paese, non c'è nessun dubbio che abbia vinto il centrodestra. Anzi, un Pdl capace di un exploit che nessuno, nemmeno all'interno del partito, aveva nemmeno sognato. Roba che quelle di Berlusconi che sembravano solo boutade da campagna elettorale, si sono rivelate addirittura previsioni troppo timide. E c'è da dire che qui la protesta di Beppe Grillo non sfonda e ad affondare è il tentativo suicida dell'ex sindaco Gabriele Albertini che si è lasciato sedurre dalle sirene montiane invece di accettare la guida dell'intera coalizione di centrodestra che probabilmente lo avrebbe portato al trentesimo piano di Palazzo Lombardia.
Di poco sotto l'80 per cento (79,6) l'affluenza definitiva per il Senato nella regione, con un meno 5 per cento rispetto alle precedenti politiche. Record a Brescia con l'82,84, a metà classifica Milano con il 79,04, in coda Sondrio con il 76,34. «Il Pdl - il primo commento del coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani - si conferma uno dei partiti che sul piano nazionale può dettare la sua linea. Berlusconi è ancora l'eroe delle due Repubbliche e il centrodestra sta dando dimostrazione di grande presenza, a dispetto di chi lo dava per defunto». Già pronta la lista dei nuovi senatori del Pdl guidata da Silvio Berlusconi, seguito dal governatore uscente Roberto Formigoni, Sandro Bondi, Paolo Bonaiuti e lo stesso Mantovani. Poi l'ex ministro Paolo Romani, Giacomo Caliendo, mister Euronics Paolo Galimberti, il presidente dei farmacisti Andrea Mandelli, Salvatore Sciascia, l'ex questore della Camera Francesco Colucci, il cda Rai Antonio Verro, Riccardo Conti, Giancarlo Serafini e Lucio Barani. Con la rinuncia di Berlusconi entrerebbe anche Sante Zuffada.
Soddisfazione anche in casa Lega che elegge Roberto Calderoli, Giulio Tremonti, Massimo Garavaglia, Giacomo Stucchi, Silvana Comaroli, Paolo Arrigoni, Gian Marco Centinaio, Raffaele Volpi, Stefano Candiani, Jonny Crosio, Nunziante Consiglio.
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