La Lombardia si prepara a tingersi e a passare dall'«arancione rafforzato» al rosso. «Domani (oggi per chi legge) abbiamo una riunione con il governo, ma noi stiamo aspettando dalla cabina di regia i nostri dati per capire in che condizione ci troveremo - ha commentato ieri il presidente della Regione Attilio Fontana -. Lo dico chiaramente: ora noi stiamo soffrendo e c'è una tensione ospedaliera importante, con una diffusione più rapida rispetto alle altre ondate».
Sono 5.849 i nuovi casi positivi registrati ieri sul nostro territorio, pari al 9,4 per cento dei tamponi effettuati (62.222), con un tasso di contagi che nell'ultima settimana si è attestato sui 313 casi su 100mila abitanti. Un numero ben più alto della soglia dei 250 casi che fa scattare in automatico il passaggio alla zona rossa. Così l'Rt lombardo per sintomi che viaggerebbe tra 1,28 e e 1,32: un dato, che per l'intera forbice, si pone al di sopra del dato limite dell'1,25 per il passaggio alle misure più restrittive. Un indice che se risulta «vecchio», perché calcolato sulla settimana precedente, si rivela in crescita rispetto all'ultima rilevazione che si attestava a 1,13.
Per quanto riguarda i singoli territori nel Milanese, che rimane la provincia con il più alto tasso di positività, si contavano ieri 1.394 contagi di cui 563 in città, seguita dalla provincia di Brescia con 1.124, Varese con 602, Monza e Brianza con 570.
In preoccupante crescita anche i ricoveri ospedalieri: ieri si sono registrati 28 nuovi ingressi nelle terapie intensive che toccano la soglia dei 645 letti occupati pari al 44 per cento dei letti disponibili (quindi oltre l'indice critico del 30 per cento), mentre ammontano a 5.718 i ricoverati negli altri reparti ospedalieri. Il quadro clinico della nostra regione continua ad aggravarsi: sale infatti anche il numero delle chiamate al 118 per problemi respiratori e sintomi da infiammazione, tanto che ieri per le province di Milano e Monza e Brianza si attestava su 287 interventi totali dell'Areu, mentre poco più di una settimana fa, il 1 marzo si attestavano intorno alle 150 chiamate totali.
Ecco allora che tutti gli indicatori sembrano evidenziare il passaggio in zona rossa, anche se la conferma ufficiale ci sarà oggi quando la Cabina di regia analizzerà i nuovi dati. La palla passerà poi al ministero della Salute che formalizzerà, con ordinanza, il probabile cambio di fascia. Per la Lombardia sarebbe il 16esimo negli ultimi cinque mesi. Anche se nella nostra regione, con il passaggio in «arancione rafforzato» giovedì scorso alcuni dei provvedimenti più restrittivi come la chiusura delle scuole sono già stati adottati, come ha ricordato lo stesso presidente Fontana. La scuola «per me dovrebbe essere sempre aperta ma sono stato costretto a fare il contrario di quello in cui credo e ho chiuso le scuole. Le polemiche sul fatto che sia stato comunicato così improvvisamente? Mi sono confrontato anche con il ministro - ha spiegato - e mi ha detto che la nuova velocità di diffusione del virus mutato era un rischio.
Poi ho visto che anche i bambini iniziavano ad essere ricoverati in terapia intensiva. Una scelta così rapida ha comportato critiche delle famiglie nei miei confronti: lo prevedevo, ma ho pensato in primo luogo a tutelare i cittadini».
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