È lo stesso Giulio Gallera, con voce ferma ma seria, a parlare di «bollettino impressionate». I numeri della Regione sull'andamento del Coronavirus non sono incoraggianti. «È una battaglia sempre più difficile - spiega l'assessore alla Salute -. Stiamo combattendo. Il sistema sanitario regge, ancora. Raccomando a tutti: la nostra arma è stare a casa».
Ieri i positivi in Lombardia erano saliti a 4.189, con un incremento di 769 rispetto al giorno prima. A Milano sono arrivati a 406, aumentando di 45. I ricoverati sono 2.217, più 556 in 24 ore. In terapia intensiva ci sono 399 pazienti, aumentati di 40 unità in un giorno. Il 65 per cento di loro ha più di 65 anni, significa che quasi la metà sono persone non anziane. I cittadini in isolamento domiciliare sono 756, i guariti e dimessi 550, più 26 rispetto a sabato. I morti sono aumentati di molto in 24 ore: più 113, arrivando a un totale di 257. «Stiamo ricavando in queste ore 497 nuovi posti letto di terapia intensiva, anche grazie all'apporto dei privati», sottolinea Gallera. Poi le novità nel servizio sanitario regionale, varate ieri in giunta con una delibera che istituisce un nuovo modello di gestione. Lo scopo, spiega la Regione, è di continuare a garantire assistenza per le patologie «tempo dipendenti», cioè quelle che necessitano di un intervento tempestivo. Tra le altre, infarti, traumi, ictus. Ma allo stesso tempo liberando posti letto per l'emergenza Covid-19. «Abbiamo individuato 18 ospedali hub - precisa l'assessore - che si occuperanno dei grandi traumi, delle urgenze neurochirurgiche, neurologiche stroke e cardiovascolari. L'obiettivo è quello di creare maggiore disponibilità negli altri ospedali per pazienti affetti da Coronavirus». Quindi un rovesciamento di prospettiva, dettato dai numeri crescenti, rispetto all'iniziale idea di dedicare ai pazienti malati di Covid-19 solo alcuni ospedali.
In sintesi: gli «hub» continueranno ad occuparsi, ognuno in base alle proprie caratteristiche, dei casi di traumi maggiori, urgenze neurochirurgiche e da stroke unit, urgenze cardiochirurgiche. Ecco alcuni degli ospedali scelti: Spedali Civili di Brescia, Niguarda, ospedale di Varese, Besta, Humanitas, Sant'Anna di Como, San Matteo di Pavia, ospedali di Cremona e di Legnano, San Gerardo di Monza. Per quanto riguarda gli ambulatori: restano chiusi al pubblico quelli che fanno parte di un presidio ospedaliero, anche privato. Gli operatori che ci lavorano vanno a dare supporto ai colleghi impegnati per l'emergenza. Sono escluse dallo stop le prestazioni non differibili, come chemioterapia, radioterapia, dialisi, le prestazioni urgenti e quelle di salute mentale.
I poliambulatori continuano l'attività, a meno che i loro professionisti non preferiscano andare ad aiutare i centri in difficoltà. Continuano anche gli studi privati, gli odontoiatri e gli altri operatori sanitari come i fisioterapisti. Da mercoledì infine riprendono le vaccinazioni ai bambini.
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