Lotta ai graffiti, in arrivo sgravi fiscali per i palazzi che puliscono la facciata

Palazzo Marino si prepara al contrattacco, imbracciati grembiuli e spazzoloni - così si presentò il sindaco nel 2006 per promuovere la campagna di pulizia dei graffiti di Amsa, «I lav Milan» - ora si studiano le mosse per rispondere in maniera concreta all’attacco del presidente del Consiglio che agli Stati generali di Expo accusò Milano di essere «troppo sporca». Ognuno sta facendo la sua parte, cercando anche di coinvolgere e responsabilizzare la cittadinanza sul tema. L’assessore allo Sviluppo del territorio, Carlo Masseroli, infatti, sta studiando come inserire nel nuovo regolamento edilizio, che dovrebbe essere ultimato a novembre, una norma che preveda sgravi fiscali sulle tasse comunali per quei condomini che provvedono a tenere pulite le facciate. «Non sarà un obbligo, sia ben chiaro - specifica Masseroli - ma un sistema di incentivi per chi tiene puliti in palazzi». Milano si avvicina al modello Parigi, dove vige invece l’obbligo per tutti i condomini di «rinfrescare» la facciata ogni dieci anni.
Dall’altra parte sul tavolo dell’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo, con delega ai servizi ambientali, una bozza di progetto di Amsa per lanciare un piano massiccio di pulizia, un «I lav Milan» 2. «Sarà una campagna di pulizia in grande stile - anticipa Cadeo - stiamo verificando se il bilancio ci consente addirittura di pagare non solo la prima pulizia dei muri dai graffiti ma anche il mantenimento».
Si inaugura così una nuova politica «bifronte» capace di vedere contemporaneamente le due facce della medaglia: lo stesso assessore al Decoro Urbano, come anticipato ieri dal Giornale, si occuperà di presentare al ministero delle Politiche giovanili progetti di street art che possano ricevere il finanziamento di un milione di euro previsti nel pacchetto «Energie in comune». Ieri è arrivata la conferma dal sindaco Moratti: «Presenteremo dei progetti al ministro Meloni: questo è un tema su cui stiamo già lavorando da anni, come dimostra l’esperimento di Triennale Bovisa nel 2006. L’assessore Cadeo, in collaborazione con Gisella Borioli, fondatrice del Superstudio e membro del board di saggi della Moratti, sta già preparando una mappatura dei muri da affidare ai graffitari. «Con le regole bisogna essere precisi - avverte la Moratti - un conto è l’arte vera un altro sono gli scarabocchi». «I tempi sono maturi - osserva Gisella Borioli - milano è stata pulita nel 2006 ma adesso è di nuovo lercia: attenzione però, sono spariti i graffiti belli e sono ricomparsi solo scarabocchi senza arte né parte. Significa che i writer hanno capito e preferiscono dedicarsi a progetti di arte pubblica.

È arrivato il momento anche per Milano di dare spazio ai veri artisti, come abbiamo fatto con il progetto “Tombini d’autore“ in via Tortona e come è avvenuto, del tutto spontaneamente, con le saracinesche dei negozi, molte delle quali sono già state commissionate dai negozianti. Forse per il 2015 potremo finalmente passare dalla città più imbrattata d’Europa alla città più decorata».

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