Cronaca locale

Una luce per i ragazzi difficili, c'è la Cometa a indicare la via

Creata nell'87 da due fratelli ispirati da Don Giussani oggi ospita famiglie, bambini e il centro di formazione

Una luce per i ragazzi difficili, c'è la Cometa a indicare la via

L'incertezza e l'imprevisto sono un dato di fatto. Bisogna partire da qui per impostare la propria vita. C'è chi costruisce ogni giorno sulla base di questo concetto, e su tale convinzione ha realizzato «Cometa», un luogo, una sede, un punto saldo e di riferimento che si occupa di giovani assistendoli sotto tanti e diversi punti di vista (www.puntocometa.com). Siamo a Como, in via Madruzza 36, quasi al confine della città, in una vecchia cascina ristrutturata, da cui si vede il lago e la cupola del Duomo. Cometa oggi comprende varie abitazioni, un centro diurno, una scuola e un grande parco. In questo spazio, elegante e dotato di ogni confort vivono 5 famiglie con quasi 60 bambini e ragazzi (più di 10 a nucleo) oltre ad altre 40 analoghe che abitano nei dintorni e fanno riferimento quotidiano a Cometa. Famiglie da 12-15 persone, di figli naturali e in affido. La parola d'ordine dietro a cui si muove questo unico modo di vivere è «Comunione»: i figli non propri infatti provengono tutti da situazioni complesse. Nella grande sala da pranzo un gruppo di ragazzine prepara l'impasto per una torta. Senza disturbarle sediamo dalla parte opposta della stanza: «I figli, naturali e non, ti sono affidati da Dio, sono suoi», spiega Pietro, 55 anni, ingegnere, consulente d'azienda, una moglie e 10 figli. Certo, non sempre tutto fila liscio: alle problematiche di quotidiane si uniscono a volte anche le difficoltà che affrontano i bambini in affido: «Bisogna portarli a capire che niente di ciò che è capitato è avvenuto per colpa loro, bisogna donare un amore è gratuito e incondizionato». La forza per riuscirci viene dalla consapevolezza di non essere mai soli: ogni decisione viene condivisa perché «solo nella comunione si trova ciò che il Signore vuole per noi». Tutto ha inizio nel 1987: Erasmo e Innocente Figini, fratelli, un designer di alta moda e un medico primario oculista, vivono una vita completa, entrambi sposati, senza problemi economici. Vengono a conoscenza di don Luigi Giussani, il fondatore del movimento di Comunione e Liberazione. Che gli chiede di ospitare nelle loro due famiglie anche Yuri, un bambino sieropositivo. Dopo un primo momento d'incertezza Erasmo e Innocente decidono di accettare la sfida, e accolgono Yuri. Da questo imprevisto comincia una nuova vita per i fratelli Figini, e nasce la storia di Cometa: oltre a Yuri altri bambini problematici vengono accolti insieme a quelli naturali delle due coppie, nel 1992 viene comprata la villa e negli anni altre famiglie vengono a vivere qui adottando la stessa logica. E così, se l'imprevisto crea l'occasione, oggi Cometa è una casa, ma anche la sede di un centro diurno per 130 ragazzi problematici, che dopo la scuola vengono accompagnati qui dove possono svolgere i compiti o altre attività seguiti da un'equipe di professionisti qualificati. E una scuola professionale. Si trova qui un Liceo Artigianale o è possibile per giovani tra i 16 e i 20 anni con difficoltà costruire un percorso formativo personale.

E Cometa è anche un'associazione sportiva, un centro estivo, una scuola di tecniche di artigianato pensata contro la dispersione scolastica (la «Contrada degli Artigiani), e molto altro, compreso, a Cernobbio, il garden-bistrot-infopoint «Anagramma», un caffè aperto da mattino all'aperitivo e gestito da professionisti accompagnati da un gruppo di giovani disabili e altri ragazzi di Cometa.

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